L'interrogatorio di Sy

Salvini, il dirottatore africano del bus: "Gesto dimostrativo contro di lui". Il leghista: "Non ho parole"

Gabriele Galluccio

"Volevo essere arrestato, è stato un gesto dimostrativo contro Matteo Salvini". È quanto affermato da Ousseynou Sy, l'autista di origini senegalesi che lo scorso 20 marzo ha dirottato un bus con 51 studenti di Crema e tre accompagnatori. Nell'interrogatorio svoltosi all'interno del processo di primo grado, Sy ha ricostruito quella giornata drammatica: "Io questo volevo, volevo essere arrestato, mettermi qui davanti e dire la mia storia, lanciare un messaggio contro le atrocità". Per approfondire leggi anche: "Un delinquente, la sinistra gli darà ragione" Il senegalese ha però dichiarato di non aver avuto alcuna intenzione cattiva: "Per fortuna non si è fatto male nessuno, era quello che volevo. Io non ho ucciso nessuno, non ho messo in conto che l'autobus potesse incendiarsi. È avvenuto perché l'auto dei carabinieri mi ha tagliato la strada e c'è stato l'impatto". Sy ha spiegato che tutto è nato come forma di protesta nei confronti del leader della Lega: "Dopo il decreto sicurezza bis ho pensato che fosse necessario fare un gesto dimostrativo come protesta, per questo ho sequestrato il pullman. Anche se ho messo la vita delle persone in pericolo, io ho fatto qualcosa". Non si è fatto attendere il commento di Salvini: "Roba da matti, io non ho parole". Ricordate il delinquente senegalese che sequestrò un autobus pieno di bambini dandolo alle fiamme? Oggi dice che quello era “un gesto dimostrativo contro Salvini”. Non ho parole... pic.twitter.com/aJPoQurj6B— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 3, 2020