Le mistificazioni
Giulio Regeni, i dettagli sull'omicidio: "Tortura a più fasi", i dettagli raccapriccianti
Quattro depistaggi e una tortura in più fasi. È quanto emerso dall'audizione in commissione parlamentare di inchiesta sull'omicidio di Giulio Regeni. Oggi 17 dicembre sono stati ascoltati Sergio Colaiocco, sostituto procuratore, e Michele Prestipino, procuratore facente funzioni di Roma. "L'autopsia eseguita in Italia ha dimostrato che le torture sono avvenute a più riprese, tra il 25 ed il 31 gennaio. L'esame della salma depone per una violenta azione su varie parti del corpo. I medici legali - ha spiegato Colaiocco - hanno riscontrato varie fratture e ferite compatibili con colpi sferrati con calci, pugni, bastoni e mazze. Giulio è morto, presumibilmente il 1 febbraio, per la rottura dell'osso del collo". Per approfondire leggi anche: Giulio Regeni, la testimonianza sconvolgente Il sostituto procuratore ha poi fatto luce sui quattro depistaggi che si ritiene siano stati messi in atto per mistificare la morte del ricercatore friulano. "In primis l'autopsia svolta al Cairo fa ritenere che il decesso sia legato a traumi compatibili con un incidente stradale. Un altro depistaggio - ha evidenziato Colaiocco - è stato quello di collegare la morte ad un movente sessuale con Regeni che viene ritrovato nudo". Per la procura esistono poi altri due tentativi di sviare le indagini che sono anche i più rilevanti. Il primo sarebbe stato messo in atto alla vigilia della trasferta dei pm romani del 14 marzo 2016: "Due giorni prima un ingegnere parla alla tv egiziana raccontando di aver visto Regeni litigare con uno straniero dietro al consolato italiano e fissa l'evento alle 17 del 24 gennaio. È tuttavia emerso - ha precisato Colaiocco - che il racconto è falso e ciò è dimostrato sia dal traffico telefonico dell’ingegnere, che era a chilometri di distanza dal consolato, sia dal fatto che Giulio a quell'ora stava guardando un film su internet a casa". Il quarto tentativo di depistaggio è invece legato all'uccisione di cinque uomini appartenenti ad una banda criminale e morti nel corso di uno scontro a fuoco: "Per gli inquirenti egiziani - ha spiegato il pm romano - erano stati loro gli autori dell'omicidio Regeni".