Gianni Molaro
La sposa sfila in passerella nel Paradiso dantesco
Avete mai immaginato una sposa destreggiarsi tra i cieli del Paradiso dantesco? Ebbene quella di Gianni Molaro sì. Al Salone Margherita di Napoli lo stilista ha presentato la Collezione Sposa 2020. Una sfilata particolarissima che, ambientata nel Paradiso dantesco, ha ripercorso il viaggio che il sommo poeta intraprese in compagnia dell’angelica Beatrice. Proprio quest’ultima, vestita con un candido abito bianco, ha mostrato a Dante le schiere celesti degli angeli: trenta luminose modelle che hanno indossato altrettante creazioni, mentre musiche imponenti e celestiali hanno fatto da sottofondo all’intera scena trasportando il pubblico in un mondo onirico. La Collezione Sposa 2020 del profeta dell’Art Couture è composta, appunto, da 30 abiti, ognuno dei quali possiede diverse interpretazione del concetto luce. Splendori, riverberi, bagliori, iridescenze realizzati unicamente attraverso sapienti e pregiati ricami, con perle e cristalli, dalle mani esperte delle ricamatrici campane. Non sono mancate le profonde scollature che rendono la sposa, oltre che raffinata e femminile, sensuale e solare. E ancora: trasparenze, spacchi e volumi scultura, abiti dalle linee romantiche in pizzo e tulle, linee redingote in tex di mikado di seta pura, sirene sinuose e femminili. Ogni centimetro di ogni abito è come sempre curato nei dettagli per rendere le spose Molaro uniche. «Possiamo definire lusso tutto ciò che viene realizzato a mano con materiali pregiati - spiega Molaro - gli alti costi molto spesso non provengono solo dalla mano d’opera o dai materiale selezionati, essi sono quadruplicati a causa della pubblicità, costi di gestione, fitti da capogiro e tanto altro. Le sete e i pizzi con cui vengono realizzati i miei vestiti sono gli stessi che utilizzano tutti gli stilisti che fanno l’alta moda a Parigi». «La manodopera è specializzata, sono presenti bravissime sarte, le mie potrebbero lavorare tranquillamente da Chanel o Dior – prosegue lo stilista - la differenza tra me e le blasonate case di moda è che io non ho costi stratosferici di gestione e quindi posso permettermi di portare avanti il discorso del lusso accessibile. Non esistono altri motivi reali per giustificare spese esorbitanti, chi dice di aver pagato un abito cifre esagerate e irragionevoli, probabilmente è stata presa in giro, oppure non è una persona riflessiva». Ma veniamo alle anticipazioni: «Quest’anno per la prima volta ho aperto la sfilata di abiti da sposa con una capsule collection di abiti eleganti prêt-à-porter per dare la possibilità di indossare anche a chi non deve sposarsi un abito Molaro». A chiudere la sfilata l’abito da sposa più visualizzato al mondo (in due mesi è stato visto sui social da 2 milioni di persone), che sarà l’abito testimonial di Gianni Molaro. Per realizzarlo sono stati impiegati sei mesi di lavoro; è stato cucito e ricamato con milioni di cristalli d’oro. «Ho voluto creare quest’abito prezioso e spettacolare per omaggiare un vero e proprio gioiello artistico e architettonico della Campania: il Duomo di Amalfi». di Giuliana Covella