lo sfogo a libero
Immigrazione, poliziotti in allarme: "I migranti ci passano la Tbc, sistema in tilt"
Mentre il presidente del Consiglio gira tra Bruxelles e New York raccontando di aver impresso una «svolta storica» sulle questioni migratorie, in Sicilia i profughi raddoppiano, ogni tanto scappano e se non lo fanno vengono tenuti in centri con fogne a cielo aperto. I poliziotti italiani raccontano di sbarchi continui, tra barchini fantasma che compaiono nella notte e navi delle Ong che hanno ripreso allegramente la loro attività. «Non possiamo gestire la situazione» ci racconta Stefano Paoloni, numero uno del Sap, sindacato degli agenti, «il sistema è già in tilt da ogni punto di vista, sanitario e numerico. E noi siamo troppo pochi per affrontare tutto questo». Qual è la situazione in Sicilia con il nuovo governo? Sono ripresi gli arrivi dalla Libia come ai tempi di Gentiloni? «A Lampedusa le presenze hanno già superato il migliaio di unità, i miei colleghi sono costretti ad affrontare turni di dodici ore di fila per far fronte all' emergenza». Ci sono state già tensioni? «Normalmente al momento dell' arrivo gli immigrati non danno problemi. In qualche modo, pensano di aver ottenuto il loro obiettivo, quindi sono calmi. I rischi sono di altro genere dopo l' approdo. Per esempio, c' è una situazione sanitaria da tenere monitarata». Ci sono stati casi di contagio? «Nel tempo sì, per esempio qualche collega è risultato positivo alla Tbc». Con quali esiti? «Risultare positivi non significa aver contratto la Tbc, però questo obbliga a un percorso terapeutico molto pesante, che debilita particolarmente il fisico per sei mesi e preclude alcune attività. Non si può prendere il sole, si avvertono dolori alle articolazioni. Sono terapie preventive per evitare che si possa sviluppare la malattia con una cura antibiotica» Dicevamo delle tensioni, nelle strutture per l' accoglienza, quanto sono frequenti? «Nei centri di lunga permanenza capita spesso che cerchino di inscenare rivolte per tentare di darsi alla fuga. Danno fuoco ai materassi, lanciano oggetti contro gli agenti. Cercano di alimentare scontri con i pretesti più disparati: una volta perché non c' era il wi-fi, un' altra volta perché il cibo non era di gradimento degli ospiti, ma la finalità ultima è sempre quella di tentare la fuga». E qualcuno ci riesce? Non si leggono spesso notizie al riguardo. «Certo che scappano. E in effetti no, di norma non ne viene data notizia. Per esempio qualche tempo fa, in occasione di un' evasione dai numeri particolarmente rilevanti, fummo noi a segnalare la cosa ai giornali. E una parte degli evasi non venne mai rintracciata». In che condizioni sono questi centri? «Al limite. I richiedenti asilo devono rimanere qui per 180 giorni in condizioni igienico-sanitarie veramente terribili, come nel caso di Trapani». Cosa succede a Trapani? «Stanno facendo dei lavori, di conseguenza le fognature sono scoperte. I poliziotti devono lavorare di fianco ai liquami a cielo aperto, facile immaginare quale possa essere l' odore...» Riguardo al numero degli sbarchi abbiamo letto cifre di ogni genere, a sinistra confermano gli aumenti ma c' è chi dice che sia un dato dovuto solo alle condizioni meteo positive. «Beh non penso proprio, anche a luglio e agosto abbiamo avuto un tempo ottimo, ma è in settembre che abbiamo notato un picco importante degli arrivi, sia con le navi delle Ong, sia con i cosiddetti barchini fantasma». Il governo ha attivato delle procedure d' emergenza? «Diciamo che è presente un dispositivo che gestisce l' ordinario, ma non basta quando i numeri crescono». E oggi di che numeri parliamo? «Sicuramente possiamo dire che il flusso è raddoppiato rispetto ad agosto. Il sistema è ormai in tilt, siamo troppo pochi. E dopo dieci ore di lavoro è chiaro che un agente perde lucidità, si rischia che il sistema collassi, soprattutto con la possibilità che gli arrivi aumentino in maniera esponenziale». Insomma, è tornato tutto come nel periodo pre-Salvini... «Non ancora, due anni fa avevamo migliaia di sbarchi soprattutto nel fine settimana». Come mai nel fine settimana? «Non conosco le motivazioni, ma è così. Venerdì, sabato e domenica erano i giorni di maggior afflusso. Migliaia di ingressi rispetto alle poche decine dei giorni infrasettimanali. Forse perché c' era una maggior disponibilità da parte delle forze dell' ordine, studiavano il momento migliore...». Gli scafisti preferiscono lavorare nel weekend... di Lorenzo Mottola