Galletto
Emmanuel Macron, il piano per fregare l'Italia sull'emergenza-immigrazione: nessun aiuto
Qualcuno a Palazzo Chigi si aspettava che Emmanuel Macron - incantato dal capello laccato e dalle cravatte Marinella del premier Conte - si presentasse oggi in Italia per annunciare la distribuzione di permessi di soggiorno a mezzo Congo Brazza o per illustrare la trasformazione di Versailles in un ricovero per saccopelisti senegalesi. In realtà il presidente cala su Roma per rovesciare sulla testa dei nostri ministri una secchiata di realtà. Non ci sarà da parte francese nessuna svolta sull’immigrazione, anzi. Di accollarsi i nostri clandestini non se ne parla neanche. L’Eliseo, proprio prima dell’attesa missione, ha annunciato una durissima stretta sui migranti che potrebbe riguardare perfino i rifugiati minorenni. Il politico di Amiens sembra aver deciso di provare a superare Le Pen, Orban e Borghezio a destra, mentre da noi lo spacciano per il fratello maggiore di Carola Rackete. Leggi anche: Lampedusa sotto assedio, l'ondata di sbarchi SVOLTA? Nei giorni scorsi, infatti, Luigi Di Maio aveva illustrato il piano della nuova maggioranza per superare la politica dei porti chiusi di Salvini, ovvero un accordo per le “redistribuzioni veloci” dei profughi in arrivo dalla Libia. L’idea pareva esser quella di lasciar fare le Ong, tanto la gran parte degli stranieri sbarcati sarebbe stata ricollocata automaticamente in Europa. L’Ue, dicevano in ambienti governativi, ci avrebbe sostenuto per allontanare lo spettro del Carroccio. Si è parlato perfino di quote fisse di stranieri da assegnare a ogni Paese dell’Unione e di multe per i governi che non avrebbero collaborato. Ci hanno raccontato di trattati sulle frontiere da riscrivere in tempi record. Una serie di decisioni che sarebbero state ratificate dal vertice che si terrà la prossima settimana a Malta. Ma qualcosa è andato storto. Tutto, per l’esattezza. La Francia, infatti, avrebbe dovuto essere il nostro grande alleato in questa campagna. Ma Macron proprio in questi giorni ha annunciato di voler riposizionare il suo partito a destra, per evitare di lasciar spazio alla Le Pen. Insomma, il presidente non ammorbidirà affatto la sua linea sull’immigrazione, che prevede di accettare dall’Italia qualche sparuto profugo e nessun clandestino (che sono in effetti i 2/3 del totale). «La vera sfida è garantire rimpatri rapidi», spiegano all’Eliseo. Il che equivale a dire che per ora resteranno tutti nel nostro Paese. «E il principio dell’approdo nel porto più vicino non verrà messo in discussione». E non è finita. Parigi sembra aver dubbi perfino sel diritto d’asilo «C’è chi manipola il nostro sistema», ha detto il presidente lunedì sera a una riunione con 200 parlamentari, «Il risultato è che rischiamo di veder esplodere il numero di minori non accompagnati in certi quartieri». Troppi bambini africani in periferia. E ancora: «Per decenni la sinistra non ha voluto guardare al problema dei rifugiati. Le classi popolari hanno iniziato a votare l’estrema destra. E noi siamo come le tre scimmiette: non vogliamo guardare». Una frase che potrebbe tranquillamente esser stata scritta da un editorialista di Libero. Continua il presidente: «La questione è sapere se vogliamo essere un partito borghese o meno. I borghesi non hanno problemi con i migranti: non li incrociano...». BIDONE Insomma, come era facilmente prevedibile, non sarà affatto l’Europa a salvarci. Se davvero l’Italia intende mantenere i porti aperti, toccherà pagare il conto: miliardi di euro. Sarà necessario prendersi la responsabilità del preventivabile picco di partenze dall’Africa, con tutte le conseguenze. Ossia, l’aumento del numero di morti in mare e di disperati che, pur di riuscire a entrare in Europa, si rivolgeranno agli scafisti libici per attraversare il Mediterraneo, con il consueto contorno di stupri e torture. Una bastonata per l’esecutivo, che ora dovrà fingere di avere una linea comune tra Pd e Cinquestelle sull’argomento. L’Ocean Viking, prima nave di una Ong cui la scorsa settimana è stato aperto un porto italiano dopo 13 mesi di Salvini, è ripartita per la Libia e ha raccolto 109 migranti. La Guardia costiera ne ha intercettati altri novanta vicino a Malta. Sta tornando tutto come prima del governo giallo-verde, insomma. E se davvero Conte pensava che la Ue gli avrebbe risolto il problema s’è fatto fregare. di Lorenzo Mottola