Un anno dopo la strage

Ponte Morandi, a Genova c'è tensione: la delegazione di Autostrade costretta a lasciare la cerimonia

Giulio Bucchi

Tensione a Genova, alla cerimonia di commemorazione per le vittime della strage del Ponte Morandi avvenuta un anno fa. La delegazione di Atlantia e Autostrade per l'Italia ha lasciato il capannone dove si svolgerà la cerimonia, prima dell'arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La richiesta sarebbe arrivata dai parenti delle vittime, in aperta contestazione con la società del gruppo Benetton che gestiva il viadotto accusata di aver sottovalutato i rischi di crollo. Prima della cerimonia, Autostrade aveva pubblicato una lettera rivolta proprio ai genovesi in cui il CdA di Aspi e di Atlantia e i lavoratori di tutto il gruppo "rinnovano il cordoglio e la compassione più sincera per le vittime del crollo e per il dolore dei loro familiari". "Questi sentimenti - prosegue la lettera - rimarranno per sempre nei cuori e nelle menti delle donne e degli uomini di Autostrade per l'Italia, che nell'ultimo anno si sono adoperati senza sosta per lenire le ferite della comunità genovese, rafforzando la determinazione a fare sempre di più e meglio per gestire una rete che ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo economico e alla coesione sociale del nostro Paese, e nella quale accogliamo ogni giorno milioni di persone. Siamo consapevoli e profondamente rammaricati per la gravità delle sofferenze e dei disagi causati all'intera comunità genovese. E abbiamo sentito e sentiamo come nostro dovere quello di dare il massimo contributo per riportare la normalità nella vita quotidiana della città". "Abbiamo cercato, con umiltà e impegno ed in stretta collaborazione con tutte le istituzioni locali, di dare supporto, sostegno e speranza a coloro che sono stati colpiti dal tragico evento negli affetti, nella memoria, nel lavoro e nell'attività d'impresa. Le donne e gli uomini del nostro gruppo hanno e avranno Genova nel cuore. Per sempre", conclude Autostrade.