revisioni
Vaticano, rivoluzione di Papa Francesco: terremoto- soldi, blitz allo Ior
Arrivano i revisioni pure allo Ior, la banca del Papa. Papa Francesco, con un atto Chirografo che entrerà in vigore da oggi, rinnova in via sperimentale (per due anni, ad experimentum), gli Statuti dell' Istituto per le Opere di Religione (Ior), approvati nel 1990 da Giovanni Paolo II, che a sua volta, per meglio adeguarlo «alle esigenze dei tempi», aveva dato una nuova configurazione allo Ior, costituito nel 1942 da Pio XII. Lo stesso Papa Pacelli aveva apportato le prime modifiche nel 1944. Lo scopo dell' Istituto - scrive Vatican News - resta invariato, con il compito di «provvedere alla custodia e all' amministrazione dei beni mobili ed immobili trasferiti o affidati all' Istituto medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati ad opere di religione o di carità». Tra le principali novità emerge l' introduzione di un Revisore esterno (persona fisica o società), per la verifica dei bilanci secondo standard internazionali riconosciuti. E anche le procedure cambiano: il consiglio di amministrazione, definito storicamente Consiglio di Sovrintendenza, potrà riunirsi anche in teleconferenza. Novità non da poco eper la Chiesa globale. Le principali società di revisione sono da tempo in fermento per aggiudicarsi la fiducia del più prestigioso degli istituti finanziari. Negli organi dell' Istituto non ci saranno i tre revisori interni, la cui carica era sempre rinnovabile. Dalla riforma esce rafforzato anche il potere del direttore generale Gian Franco Mammì (che potrà precettare un vice). Il presidente è Jean-Baptiste Douville de Franssu. Il Revisore esterno viene nominato dalla Commissione cardinalizia su proposta del Consiglio di Sovrintendenza e svolge il suo incarico per un periodo di tre esercizi consecutivi, rinnovabile una sola volta. Ha il compito della revisione legale dei conti: «il giudizio sul bilancio» esamina e «riceve ogni informazione utile». Tutti «i dipendenti dell' Istituto hanno l' obbligo dell' esclusività dell' impiego». E non potranno svolgere altre attività - sia retribuite sia a titolo gratuito, né esercitare attività «d' impresa commerciale né partecipare, a qualsiasi titolo, sia all' interno sia all' esterno dello Stato della Città del Vaticano». Ma non basta: «Tutti i dipendenti devono attenersi al rispetto del Codice Etico. L' Istituto - che non ha filiali né succursali - è sottoposto non solo alle norme dello Stato della Città del Vaticano, dallo Statuto e dal Regolamento attuativo, ma anche dalle norme del Diritto canonico. Giusto a giugno lo Ior ha pubblicato il bilancio 2018, che evidenzia un utile di 17,5 milioni di euro (31,9 milioni nel 2017): somma devoluta direttamente al Papa che la gestisce. di Luciano Rambelli