diritto

Vittorio Feltri a Simone Pillon: "Il suicidio assistito è un atto di libertà che non può essere negato"

Caterina Spinelli

Simone Pillon, senatore della Lega, cattolicone efferato, si è incavolato nero perché il Comitato di bioetica ha detto una ovvietà: il suicidio assistito è un fatto assai diverso dall' eutanasia. Non si capisce il motivo per cui egli non riesca a capire la differenza fra le due cose. Un conto è che un signore o una signora sofferente, causa grave malattia incurabile, decida di porre fine alla propria esistenza, e per realizzare la dipartita chieda aiuto a una struttura affinché agevoli l' operazione. Nel caso prevale la volontà del paziente e sarebbe sbagliato, crudele, impedirgli di realizzarla. Viceversa regolamentare la eutanasia è complicato, benché in molti Paesi essa sia stata introdotta senza provocare disastri. Infatti decidere di andare all' altro mondo per motivi fondati è un atto di libertà che non può essere negato, mentre imporre la morte a chi non è consenziente è tutt' altra faccenda. E sul punto concordo con Pillon. Non è lecito sopprimere una persona, sospendendo la sua nutrizione, senza che questa abbia fornito la propria autorizzazione a procedere. Sarebbe una prevaricazione aggravata da una sorta di sadismo. Quando la Englaro venne eliminata nella maniera che sappiamo, anche io, come tutti, rimasi più che perplesso: diciamo pure indignato. Ma se Lucio Magri, mio amico, non si sentiva più in grado di sopravvivere al suo dolore e si è recato in Svizzera, dove spontaneamente ha bevuto l' amaro calice che gli ha consentito il trapasso, ha compiuto un gesto autonomo, nessuno glielo poteva impedire. Quindi, caro Pillon, si faccia gli affari suoi e non metta il becco nelle scelte personali di un essere padrone della propria vita. Leggi anche: Pillon ha stangato: "Ha diffamato gli omosessuali". Quanto deve pagare I cristiani sono ostili al suicidio? Benissimo, si astengano dal compierlo, chi li costringe ad andare all' altro mondo? Ma se io, per esempio, non sono un credente e desidero comportarmi come mi pare, magari di uccidermi possibilmente senza patire, affidandomi a una struttura capace di condurmi, su mia iniziativa, si intende, nell' aldilà chi me lo può impedire? Lei? Insomma qui si reclama il diritto di crepare, non di ammazzare altri se non se stessi. Ma a te, Pillon, che te ne frega se invece di attenermi ai dettami della tua religione affido il mio corpo - l' anima è una faccenda astratta - a Caronte? In altri termini più aspri: fatti i cazzi tuoi e non i miei.