Teorie
Nicola Porro, grave accusa sul caso del carabiniere ucciso: "Ecco perché è morto. In Italia..."
Morto. Ucciso. Fatto fuori in pieno centro a Roma da otto coltellate scagliate da due balordi e tossici americani. Questa la fine orribile che ha fatto Mario Cerciello Rega, carabiniere di 35 anni, sposo da poco più di un mese. Come è possibile? Una risposta, a una domanda tragica, arriva da Nicola Porro, che nel suo appuntamento quotidiano con Zuppa di Porro (qui il link) spiega senza troppi giri di parole: "Il giovane carabiniere ucciso anche perché nel nostro Paese le forze dell'ordine non possono rispondere al fuoco". Insomma, secondo Porro se i nostri militari avessero regole di ingaggio meno stringenti, forse, la tragedia sarebbe stata evitata. Un'idea simile a quella espressa da Matteo Salvini, il quale ha affermato che se i carabinieri aggrediti a Roma avessero avuto in dotazione il taser, la pistola elettrica, forse la tragedia sarebbe stata evitata (il taser è attualmente in sperimentazione ma solo per alcune unità). Leggi anche: Sondaggio-Mannheimer: ong, cosa ne pensano gli italiani