immigrazione incontrollata

Ong, la chiusura dei porti cambierà il registro: il piano per fermare i barconi con l'aiuto di 57 navi

Caterina Spinelli

Due portaerei, 4 cacciatorpediniere, 12 fregate, 8 sottomarini, 1 corvetta, 3 navi d' assalto anfibio, 10 pattugliatori d' altura e un' infinità di altri scafi. In tutto la marina italiana può contare su 57 navi da guerra perfettamente funzionanti. Eppure riusciamo a farci fregare da quattro vecchi pescherecci riverniciati con bandierine della pace e da una barca a vela carica di marinaretti addestrati nei centri sociali. Una situazione paradossale, cui ora il governo intende porre rimedio. Verrà schierata la flotta per impedire l' accesso ai porti. E l' Ong di Carola Rackete ieri commentava: «Davvero è questa la strada? Vuol dire che l' Italia sta precipitando verso l' abisso». Se lo dice la capitana tedesca, significa che siamo nella direzione giusta: blocco navale una volta per tutte, secondo una proposta rilanciata più e più volte da Giorgia Meloni e bollata come irrealizzabile e inumana dalla sinistra. Ma non se ne capisce il motivo. Dal punto di vista meramente tecnico di impedimenti non ne esistono proprio. L' Australia applica alle proprie coste un fermo identico da più di cinque anni e in tutto questo tempo solo una piccola imbarcazione è riuscita a sfuggire alla rete. E parliamo di una nazione grande più di 25 volte l' Italia con solo 47 navi militari nei propri porti. Come procedono gli "aussie"? Non seguono le famose leggi del mare che costringerebbero a salvare chiunque si avventuri a più di 30 metri dalle coste libiche e dichiari un' avaria? A quanto pare no, quando intercettano un barcone semplicemente si accostano, lo agganciano e lo riaccompagnano da dov' è venuto. Più volte le navi di Camberra hanno perfino sconfinato in acque indonesiane fregandosene altamente delle proteste di Jakarta. QUESTIONI APERTE Dal punto di vista politico, invece, è facile prevedere le proteste. Diranno il Pd e gli altri partiti di sinistra: riportare gli africani in Africa è mostruoso. Non c' è dubbio, la Libia in questo momento è nel caos. E nonostante ciò, pur di arrivare in Europa, migliaia di poveracci arrivano a Tripoli da tutto il continente nero a vengono con il rischio di venire torturati, violentati, picchiati e spesso venduti come schiavi. Resta un problema: più migranti passeranno il Mediterraneo, più ne affluiranno nel Paese un tempo governato da Gheddafi. Un circolo vizioso che va assolutamente estirpato. E questo non significa affatto avere un atteggiamento xenofobo. L' Australia, tornando al precedente esempio, è uno dei Paesi più accoglienti del pianeta, dove il 28% dell' intera popolazione è composto da stranieri e la maggioranza è composta da figli di migranti. Però è una società che funziona perfettamente e, per mantenere questo ordine, chi la governa pretende che i nuovi arrivati rispettino le regole. Niente clandestini quindi, così come la stessa sinistra predicava fino alla fine degli anni '90. Già nel 1997 l' Italia aveva attivato un blocco navale attorno alle proprie coste nel periodo della cosiddetta "anarchia albanese". Il premier era Romano Prodi e il ministro degli Interni Giorgio Napolitano e per tutto l' arco parlamentare questa decisione era apparsa di buon senso. Poi qualcosa in Italia è cambiato, ci siamo adattati a sragionare e a pensare che migrare irregolarmente fosse normale, fino ad arrivare alle spedizioni dei parlamentari dem sulla Sea-Watch. IL MONDO Un' altra questione che viene spesso citata nei dibattiti sull' argomento riguarda le probabili reazioni dei nostri partner internazionali e dell' Onu, di cui temiamo le sanzioni. E qui valgono due considerazioni. La prima è che le Nazioni Unite, piuttosto che preoccuparsi di evacuare la Libia, dovrebbero studiare strategie per rendere il Paese abitabile ancora una volta, soprattutto perché il caos attuale è stato creato da uno dei membri permanenti del consiglio di sicurezza: la Repubblica francese. Secondo punto: in effetti anche l' Australia è stata più e più volte ripresa dal Palazzo di Vetro di New York. Dalle parti di Sydney, tuttavia, continuano a dormire sogni tranquilli. Il vero nodo per l' Italia, quindi, non riguarda la giustizia internazionale, ma la nostra. Salvini è stato indagato per sequestro di persona per aver lasciato dei migranti a bordo di una nave per poche ore. Cosa potrebbe capitare se le nostre navi riaccompagnassero i barconi di clandestini oltremare? La vera incognita è questa: il governo italiano è ancora libero o dipende da una magistratura ormai onnipotente?