Il ricatto della Ong
Sea Watch 3, la Corte di Strasburgo boccia il ricorso: "Non sbarchino in Italia", trionfo per Matteo Salvini
Un'altra vittoria per Matteo Salvini, un'altra pesantissima sconfitta per Sea Watch 3. È stato infatti respinto il ricorso alla Corte di Strasburgo della ong, che aveva chiesto l'intervento della Corte europea dei diritti umani per costringere l'Italia a far sbarcare gli immigrati ancora a bordo della nave, che staziona ormai da tredici giorni al largo di Lampedusa. "Anche la Corte Europea di Strasburgo conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell’Italia - ha commentato a caldo Salvini -: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici. Meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna", ha concluso il ministro dell'Interno. Leggi anche: Sea Watch 3, la mappa della vergogna: ecco la loro rotta La Corte europea di Strasburgo, nella sentenza, ha comunque sottolineato che "conta sulle autorità italiane affinché continuino a fornire l’assistenza necessaria alle persone a bordo di Sea Watch 3, che sono vulnerabili a causa della loro età o delle loro condizioni di salute". Assistenza che, ad oggi, non è mancata (nei giorni scorsi è stato consentito lo sbarco dei migranti in precarie condizioni di salute). La linea di Salvini, comunque, non cambierà la linea del Viminale: "Qualunque sarà la decisione di Strasburgo, la nostra linea non cambia. È una nave olandese di una ong tedesca, il problema lo risolvano Berlino e Amsterdam", aveva detto Salvini in mattinata. In precedenza, la portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, aveva spiegato che il ricorso non era stato avanzato dall'organizzazione, "ma dai singoli individui presenti a bordo, che hanno il diritto di adire i propri diritti umani alla corte europea". Ricorso, però, respinto: anche Strasburgo sta al fianco del Viminale, di Salvini e della linea dei porti chiusi, che la ong battente bandiera olandese cerca di violare in barba alle regole.