Il caso
Baby squillo dei Parioli, l'intercettazione della madre: "Ci servono i soldi"
"Senti un po'... Ma tu che fai? Nun te movi oggi?", chiede la mamma. "No mà, perché sto male e... già ho detto...", risponde la figlia. "E come facciamo? Perché io sto a corto, dobbiamo recuperare", incalza ancora la madre. Facile pensare a una comune conversazione tra una madre e una figlia. Difficile pensare, invece, che quella madre stia chiedendo alla figlia perché resti a casa, quando dovrebbe essere fuori, con un cliente, a prostituirsi, per mantenere la famiglia, "che è a corto"... di soldi. Eccoli, gli inquietanti stralci di una conversazione, intercettata dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma nel pomeriggio del 7 ottobre scorso, tra la 14enne Emanuela (nome di fantasia), una delle due baby squillo dei Parioli, quartiere in della Capitale, e la madre. Una conversazione che non solo conferma la consapevolezza della donna sul doposcuola della figlia minorenne, ma che, anzi, attesterebbe come la studentessa fosse pressata in questa sua "attività". Ecco la telefonata intercettata: Intercettazione - F.: "Eh, mo' vedo che possa fà... comunque pure se, eh... comincio tardi... cioè oggi ma veramente sto male... domani dopo scuola si vede, dai...". M.: "Ma ce la facciamo a recuperarla sta settimana?". F.: Ma come no, a voglia...". Una conversazione in cui la madre non sembra preoccupata tanto del rendimento scolastico della figlia, quanto del tempo che, studiando, potrebbe sottrarre ai suoi clienti, e al relativo guadagno. M.: "Mi ha chiamato la tua professoressa di latino... voleva sapere perché non stai andando... gli ho detto che non si sente bene... mi ha detto: pensa che domani verrà a scuola? Allora tu che cosa hai intenzione di fare? Dimmelo perché se no... ci prendiamo in giro... andiamo dagli insegnanti e glielo diciamo...". Sulla scuola... - F.: "Ma io voglio andarci a scuola.. è solo che non c'ho tempo per fare i compiti...". M.: "E va be', il tempo si trova per fare i compiti...". F.: "Quando si trova, mamma?". M.: "Quando esci da scuola, torni a casa, due ore studi...". F.: "Ma dopo non ce la faccio ad andare da 'Mimmi' (soprannome dello sfruttatore Mirko Ieni, uno degli uomini arrestati), perché dopo che ho studiato sono stanca". La madre si scalda: "Riflettici bene perché altrimenti io ti ritiro". F.: "Non lo puoi fare, mamma, non ho 16 anni". M.: "Apposta, allora ce devi anda'". Gli arresti - Le due baby squillo dei Parioli si procacciavano i clienti con annunci privati, venivano spacciate per maggiorenni, e poi tenevano per sé una percentuale degli incassi. Dietro di loro, in stato di fermo insieme alla madre, il commercialista Riccardo Sbarra, di cui sono stati recentemente resi noti i messaggini che inviava a una delle due studentesse, il soldato abruzzese Nunzio Pizzacalla, il romano Mirko Ieni e il commerciante Michael De Quattro, accusato di aver ricattato le due giovani studentesse con un video dei loro incontri sessuali. Uomini che da quelle due ragazzine ricamavano un vero e proprio business: "Queste due me fanno guadagnà 600 euro al giorno", dice trionfante Ieni in un'altra intercettazione telefonica.