Parigi

"Hai la gonna, scendi da questo autobus". La guardia islamica, orrore a casa nostra

Maria Pezzi

L' ha guardata con disprezzo dalla testa ai piedi, poi, fissandole le gambe lasciate scoperte da una gonna, le ha detto che la prossima volta, se vuole salire sull' autobus, «deve vestirsi bene», dove per «bene» si intende non all' occidentale, ma secondo le tradizioni islamiche. È successo martedì sera, non a Riad in Arabia Saudita, ma nella Parigi della socialista Anne Hidalgo: un conducente di autobus della linea 60, che collega l' est parigino da Porte de Montmartre a Gambetta, si è rifiutato di far salire una ragazza perché indossava una gonna, invitandola a vestirsi diversamente. denuncia su facebook «Elise aspettava l' autobus della linea 60 con un' amica, alla fermata Botzaris, all' altezza del Buttes Chaumont (un parco situato nel Diciannovesimo arrondissement, a nord est di Parigi, ndr). «Quando il mezzo è arrivato, erano da sole. L' autista le ha squadrate, non ha aperto le porte ed è ripartito», ha raccontato su Facebook il padre della vittima, Kamel Bencheikh, scrittore algerino che vive nella capitale francese da una vita. «L' autobus si è fermato qualche metro più in là a un semaforo rosso. Mia figlia ha corso fino ad arrivare davanti al finestrino dell' autista per chiedergli perché non apriva le porte. Il conducente, guardandole le gambe, le ha risposto "perché devi vestirti bene"», ha aggiunto lo scrittore. Elise e la sua amica restano diversi minuti bloccate alla fermata, sconvolte da quanto è appena accaduto, prima di decidere di chiamare un taxi. «Questo individuo, che guida un autobus pagato dalle mie tasse, ha impedito a mia figlia, titolare di un passe Navigo (l' abbonamento per accedere ai trasporti parigini, ndr) valido e dunque in regola, di salire... soltanto perché indossava una gonna», ha denunciato lo scrittore nato a Sérif, in Algeria, riportando la descrizione dell' autista fatta dalla figlia: «maghrebino» e «slamista». Il suo secondo post su Facebook è stato censurato dal social network, e via Messenger, ha raccontato Bencheikh, è stato oggetto di una valanga di insulti e di minacce di morte per i fatti riportati. Solo alcuni membri dei Républicains, il partito della destra gollista, hanno manifestato su Twitter la loro indignazione per l' episodio increscioso di cui è stata vittima Elise. La Ratp, la società dei trasporti pubblici parigini, ha soltanto assicurato che l' autista verrà «interrogato» sui fatti nei prossimi giorni, senza scusarsi pubblicamente per quanto avvenuto. La società, presieduta dal 2015 al 2017 dall' attuale ministra dei Trasporti di Macron, Elisabeth Borne, è al centro da diversi anni di molte critiche per le infiltrazioni islamiste che ne hanno stravolto l' organizzazione e la politica di assunzione. Prima che Samy Amimour, ex autista radicalizzato della Ratp, si facesse esplodere al Bataclan assieme a due dei suoi correligionari, era stata Ghislaine Dumesnil, conducente di autobus nata e cresciuta in una famiglia di sinistra, a denunciare l' islamizzazione rampante dell' azienda dei trasporti pubblici parigini in un libro intitolato Mahomet au volant, la charia au tournant. Raccontava in che modo i sindacati della gauche, e in particolare la Cgt, la Cgil francese, si erano fatti infiltrare da adepti dell' islam radicale, le continue violazioni della laicità con conducenti che si rifiutavano di guidare autobus che in precedenza erano stati guidati da donne e la progressiva trasformazione dei depositi in sale di preghiera. L' episodio di Elise conferma che in Francia l' islam radicale continua a estendere la sua influenza senza alcun ostacolo. di Mauro Zanon