25 aprile, festa rossa

Liberazione, rivolta del generale e dei militari: i partigiani sputano su Esercito e Salvini, loro se ne vanno

Giulio Bucchi

Una protesta senza precedenti nel giorno della Liberazione. A Viterbo si festeggia il 25 aprile come da tradizione con la delegazione dell'Anpi, ma quando il rappresentante dei partigiani Enrico Mezzetti ha iniziato a fare propaganda politica attaccando l'Esercito il generale Paolo Riccò si è alzato e ha lasciato la cerimonia.  Pietro Senaldi, #90Secondi - "Chi ha tradito davvero il 25 aprile (e le balle sui partigiani" A farlo infuriare le accuse dei partigiani all'Esercito per i "crimini commessi durante la Seconda Guerra mondiale", le critiche al ministro della Difesa Elisabetta Trenta per la partecipazione dei nostri militari alle missioni internazionali, e poi ovviamente menando colpi a Matteo Salvini e all'uso del tema-sicurezza "snocciolata come una bandiera di parte". A quel punto il generale Riccò, comandante dell'Aviazione dell'esercito, offeso per quelle parole ha dato l'ordine di rompere le righe, abbandonando l'evento istituzionale insieme ai suoi soldati mentre un membro della rappresentanza militare cercava di raggiungere Mezzetti, venendo bloccato dagli agenti della Digos. "Bene ha fatto - ha scritto su Facebook Giorgia Meloni - il generale di Brigata Paolo Riccò a far rientrare il picchetto d'onore. I nostri soldati non meritano di essere umiliati. Vergogna".