Cene eleganti
Emilio Fede, lo sfogo dopo la condanna al Ruby-bis: "Chi è il giudice che mi ha stangato"
Emilio Fede, dopo la condanna per le cene eleganti, si sfoga con il giornale di Marco Travaglio. "Il primo giorno da condannato lo ha passato a Napoli", dice al Fatto Quotidiano, "Il mio reato sarebbe avere tentato di indurre alla prostituzione ragazze non minorenni che frequentavano Arcore. Bene, e allora io faccio una domanda: queste ragazze andavano ad Arcore forse per studiare Dante Alighieri o Chagall? Secondo voi quelle ragazze avevano il problema di essere indotte da me? Io sono stupito e mortificato". L'ex direttore del Tg4, che ha sempre negato l'esistenza del Bunga Bunga, fa una accusa pesante: "Io mantengo il rispetto verso la giustizia che non è rappresentata solo da questa sentenza. Chiedo a voi del Fatto di farvi delle domande su questa condanna a un uomo di 88 anni. La giudice è una donna. Vorrei si chiedesse: è stato giusto condannare Emilio Fede a 4 anni e 7 mesi? Con questi parametri quanto dovrebbe avere uno come Totò Riina?". Leggi anche: Emilio Fede, chi è il giudice che lo ha condannato Dunque Fede si sente penalizzato in quanto il giudice è donna. Il Fatto gira il coltello nella piaga. "Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni (tre dei quali condonati dall'indulto) per una frode fiscale da 7,3 milioni di euro e tu sette mesi in più per le serate di Arcore. Come mai?", chiede Marco Lillo. "Io posso dire con simpatia per il suo giornale che me lo domando anche io! Come mai io ho avuto una condanna così pesante per il reato di avere tentato di far prostituire le ragazze ad Arcore? Le ragazze andavano ad Arcore indipendentemente da me".