La "partita" sul 13enne eroe
Ramy, Matteo Salvini a sorpresa: "Sì alla cittadinanza, è come mio figlio". Di Maio sciacallo: "Lieto che..."
"La cittadinanza a Ramy? Sì e un po' come fosse mio figlio, poi devo far rispettare le leggi ma in atti di particolare impegno civile le cose si possono fare, se ci sono cavilli da superare lo faccio". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini nel corso della registrazione della puntata del Maurizio Costanzo in onda giovedì su Canale 5. Subito Di Maio si prende il merito e la butta in politica. "Nei giorni scorsi", dice, "avevo inviato una lettera proprio ai ministeri competenti per chiedere loro di conferire la cittadinanza per meriti speciali al piccolo Ramy. Sono felice di aver convinto anche Salvini sulla cittadinanza a questo bambino. L’ho già detto: questo è un Paese che vale molto più della semplice indignazione". Lo afferma il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Per approfondire leggi anche: Ramy, Telese contro Matteo Salvini "Salvini ha appena detto sì alla cittadinanza per mio figlio Rami? Io non ne so ancora niente, se fosse così sarei contentissimo. E sarà contento anche mio figlio Rami, che è qui con me, ha una faccia felice ed è contentissimo". Il padre di Rami, Kaled Shehata ha appreso in diretta, dalla trasmissione di Rai Radio1, Un giorno da pecora, la notizia della cittadinanza concessa dal ministro dell'Interno al figlio. Rami invece ha commentato così la notizia: "Sono contento, ringrazio Matteo Salvini e Luigi di Maio". Signor Sheket, sembrava ci potesse essere qualche problema per qualche parente stretto di Rami avrebbe avuto dei precedenti penali. È corretto? "No, non tutta la mia famiglia è pulita - ha aggiunto al programma - non abbiamo nessun problema da questo punto di vista". È vero che incontrerà Salvini? "Sì, voglio vederlo e salutarlo, domani andrò a Roma con Rami per incontrarlo".