In coda

Reddito di cittadinanza, il marocchino leghista in coda per il sussidio: cosa vuol fare con i soldi

Gino Coala

In prima fila per chiedere il Reddito di cittadinanza a Milano c'era Mustapha Aarboubi, marocchino con cittadinanza italiane e in qualche modo, come si definisce lui, un po' "leghista". Il suo volto è diventato una sorta di simbolo del reddito di cittadinanza, con tutte le sue contraddizioni. In Italia da trent'anni, Aarboubi ha lavorato a lungo in fabbrica, finché non ha perso il lavoro ed è andato a vivere in un dormitorio. Leggi anche: Reddito di cittadinanza, il cavilla che farà arricchire gli immigrati: l'ultimo disastro di Di Maio A sentirlo, sembra avere più fiducia lui nel governo che gli stessi ministri leghisti e grillini: "Il signor Di Maio e il signor Salvini hanno dato bene le informazioni in tv, ero contento di ascoltarli... Mi fido di Salvini e della Lega, per me era bravo anche Umberto Bossi". Aarboubi ha una moglie, tre figli: "la mamma e due sorelle in Marocco, devo aiutarle economicamente". E infatti la sua speranza è quella di intascare il sussidio per aiutare i suoi cari: "Appena arriva se posso devo girare dei soldi alla famiglia in Marocco, hanno bisogno, il secondo mese andrò a cercare un alloggio in affitto, perché senza casa non si può andare avanti". E se dovesse arrivare la prima offerta di lavoro conveniente, Aarboubi garantisce che avviserà l'Inps: "Certo, se trovo un lavoro da 1200 o 1300 euro al mese certamente è meglio dei 700 e passa del Reddito".