Non è finita?
Cesare Battisti, il piano per uscire di galera: ecco come e con l'appoggio di chi
Primo giorno di carcere per Cesare Battisti, nel penitenziario di massima sicurezza di Oristano, e strategia difensiva già delineata. «Ho 64 anni, sono malato, sono cambiato», ha detto l' ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo - Pac - al direttore dell' istituto sardo. Battisti, che resterà in isolamento per i primi sei mesi, ha anche ricevuto la prima visita del suo legale, l' avvocato milanese Davide Steccanella. Il colloquio è durato poco più di un' ora. Battisti, ha riferito il penalista smentendo di fatto il suo assitito, sta «fisicamente bene. Come uno che ha avuto una giornata pesante». Niente di grave, quindi. Invece l' ex terrorista, di fronte al direttore del penitenziario, ha detto il contrario: «Mi dite in quale parte del mondo mi trovo? Ormai è tutto finito». Quanto alla sua vicenda giudiziaria, Battisti ha riconosciuto di «non essere innocente, ma nemmeno mi accollo tutto ciò di cui mi accusano». L'ex killer è stato sottoposto alla trafila che spetta a tutti i detenuti: è stato visitato, schedato dall' ufficio matricola e, dopo un colloquio con l' educatore, portato in cella. Ha cenato con pasta, carne, verdura e frutta. Poi ha trascorso la notte nel blocco AS2. Leggi anche: Repubblica, l'insulto a Salvini che aspetta Battisti in aeroporto GLI APPELLI DEI COMPAGNI Il contenuto dell' incontro con il direttore della prigione è stato riferito dall' ex presidente della Regione, Mauro Pili, secondo cui Battisti «pensa già a un centro clinico, che a Oristano non c' è. Quindi fuori dall' isolamento. Iniziano le strategie difensive». Anche l'ex compagna dell' uomo, la 33enne Priscila Luana Pereira, ha insistito sulle condizioni di salute di Battisti: «Cesare è malato e la sentenza è molto dura. Credo che i difensori dei diritti umanitari chiederanno una riduzione di pena». Parole, unite a quelle dello stesso Battisti, che hanno provocato la reazione di Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: «Dice di essere cambiato e malato. Adesso comincerà una predicazione pietosa volta ad ottenere benefici, sconti di pena, petizioni di amici sempre pronti alla firma e all' appello. È isolato o è in connessione con il pianeta? Lo facciano tacere una volta per tutte?». Non a caso in soccorso dell' ergastolano si è levata, sul Foglio, la voce di Adriano Sofri, l' ex leader di Lotta Continua condannato a ventidue anni di carcere quale mandante dell' omicidio del commissario Luigi Calabresi. «Gli agenti penitenziari lo vedranno giorno e notte, Battisti. Speriamo che siano più controllati del ministro», ha insinuato Sofri, che di fatto ha invertito i ruoli, trasformando Matteo Salvini in carnefice e l' ex terrorista in vittima. «Il carcere è il luogo più disadatto al vero pentimento. Il carcere è così disumano e cattivo e assurdo da attenuare fino a cancellare la stessa differenza fra innocenza e colpevolezza», ha scritto l' ex leader di Lc. AGENTI INFURIATI Parole che hanno provocato la reazione degli agenti della Polizia penitenziaria. «A Sofri vorrei ricordare che un pregiudicato non può mettersi nei nostri panni: lui la legge l' ha infranta, noi la facciamo rispettare», ha detto Donato Capece, segretario generale del Sappe. Intanto continuano ad emergere particolari sulla cattura di Battisti in Sudamerica. L' ex leader dei Pac ha capito che la sua latitanza era finita solo nel commissariato della polizia boliviana. All' inizio pensava che il fermo, in strada, fosse un controllo di routine. Poi, dopo aver visto la presenza di due poliziotti italiani, ha capito «per la prima volta di dover passare anni in carcere. Si è come accasciato sulla sedia. Era un uomo sconfitto, rassegnato». di Tommaso Montesano