La difesa

Corinaldo, il 17enne indagato per la strage in discoteca con due etti di cocaina: "Non ero lì quella sera"

Gino Coala

Nega tutto il 17enne P.B. indagato dalla procura di Ancona dopo la strage nella discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo. Il giovane sudamericano è stato indicato da almeno tre persone di aver spruzzato lo spray al peperoncino la notte tra il 7 e l'8 dicembre, anche se per il momento la procura lo indaga per detenzione di sostanze stupefacenti. Dove era stato trovato, circa 36 ore dopo la strage, i carabinieri hanno trovato due etti di cocaina. P.B. era con due fidanzati maggiorenni in un residence di Senigallia. Leggi anche: Corinaldo, l'ipotesi della procura: il sospetto sull'impianto del fumo artificiale Sin dal momento del fermo, il ragazzo ha urlato la sua totale estraneità a quel che è successo la sera del concerto di Sfera Ebbasta: "Io non so niente di questa storia della bomboletta spray - ha detto ai carabinieri mentre lo portavano in caserma - Ve lo giuro, per fortuna non ero solo venerdì notte e ve lo posso dimostrare". Il ragazzo sarebbe stato in compagnia della fidanzata, che ora potrebbe scagionarlo. Tra gli elementi contro il 17enne ci sarebbe anche il filmato di quella sera in discoteca, che però riprende un ragazzo più o meno della sua corporatura, ma con il viso sostanzialmente irriconoscibile, come riporta il Corriere della sera: "Come fanno a dire che ero io - si è difeso con il suo avvocato - Poteva essere chiunque, in mezzo a quella calca, al buio, a quelle luci, come si fa ad accusare una persona così liberamente? Dovrebbero mettersi tutti una mano sulla coscienza".