Il no del ministro
Matteo Salvini, l'ultimatum all'Europa sull'operazione Sophia: "Così non si va più avanti"
Sono due i passi decisivi che il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha intenzione di fare per dare una stretta drastica alle politiche europee sull'immigrazione. Il primo in qualche modo è già in moto, con il no all'adesione da parte del governo italiano al Global compact voluto dall'Onu, non prima almeno che sul tema si sia espresso il Parlamento. Il secondo è più ambizioso e punta a fermare la missione europea Sophia, senza l'introduzione di nuove regole. Leggi anche: Decreto sicurezza, stop ai permessi umanitari Al Comitato Shengen, il capo del Viminale ha ribadito come sul Global compact l'Italia ha fatto "una scelta di democrazia e trasparenza, il governo trarrà le conseguenze da quello che dirà il Parlamento". Sulla missione europea, invece, il ministro leghista ha intenzione di andare fino in fondo, visto il palese fallimento del piano europeo: "Al momento non risultano progressi significativi nel negoziato, nonostante le nostre richieste di cambiare le regole di ingaggio dell'operazione Eunavformed Sophia. Senza una convergenza sulle nostre posizioni - ha ribadito Salvini - non riteniamo opportuno continuare la missione. La missione scade alla fine di quest'anno e l'Italia conferma l'indisponibilità a procedure di sbarco che prevedono l'approdo solo nei nostri porti". Dopo i primi sei mesi al governo, Salvini sa di poter fare la voce grossa in Europa, forte dei dati sugli sbarchi che danno ragione alle decisioni prese da quando è ministro: "Dal 1 giugno sono stati adottati 66 provvedimenti di espulsioni per motivi di sicurezza dello Stato e di prevenzione del terrorismo, con un trend in crescita rispetto ai primi mesi dell'anno quando erano stati 48 i provvedimenti. Dal 1 giugno al 30 novembre, sono state rimpatriate 2.774 persone in posizione irregolare, di cui 1,984 con accompagnamento alla frontiera".