Violenza cieca
Furti e rapine, ecco chi sono i soggetti e le aree d'Italia più a rischio
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una diminuzione dei reati denunciati, che provoca erroneamente per la statistica un calo dei reati commessi. Ma chi sono i soggetti più a rischio? Ad essere maggiormente esposti al rischio di furto, come la cronaca ci insegna, sono gli abitanti delle zone periferiche delle grandi città o delle regioni centrali. Insomma, zone isolate, in aperta compagna, confinanti con terreni che consentono rapide vie di fuga. Spesso queste infrazioni avvengono proprio nelle ore serali e notturne. Leggi anche: Terrore puro, ecco cos'è successo a una coppia di Chieti "È inadeguato catalogare chi compie questi reati - avverte Alessandro Giuliano, a capo del Sevizio centrale operativo, al Corriere della Sera - La maggior parte delle volte si tratta di piccoli gruppi di malviventi che entrano nelle case per compiere furti: hanno già calcolato che in caso di arresto rischiano una pena edittale che è la metà di quella prevista per una rapina. Quasi sempre non si tratta di professionisti: sono ladri che all'improvviso si imbattono negli inquilini e li rapinano". Ma a cambiare è anche l'origine dei malviventi. Se prima erano per lo più gruppi provenienti dai Balcani o dall'Est Europa, ora sono nordafricani e centrafricani. "Adesso la situazione è più complessa - continua Giuliano - assistiamo a furti che degenerano in rapine, a volte con un ricorso esagerato alla violenza, proprio per questo sono forse più imprevedibili e pericolosi. Perché sono comunque soggetti inclini alla violenza e hanno deciso di usarla fin dall'inizio". Il consiglio degli agenti di polizia è sempre lo stesso: mai opporre resistenza. Semmai, se si può, provare a far mente locale su dettagli che saranno poi utili per chi indaga".