Orrore all'alba

Rimini, il venditore di rose bengalese e la violenza sessuale sulla danese: aveva già tre precedenti

Giulio Bucchi

L'estate nera degli stupri trova una nuova bestia: è il 37enne bengalese venditore di rose che nella notte tra sabato e domenica a Rimini ha tentato di violentare in strada, all'alba, una turista danese di 26 anni che stava tornando in hotel. L'immigrato, con un regolare permesso di soggiorno, è stato bloccato da un barista attirato dalle urla della ragazza. Ora, però, emergono i dettagli di uno scandalo tutto italiano: il bengalese era già noto alle forze dell'ordine e con tre precedenti per molestie sessuali analoghi, tra il 1999 e il 2006. Ciononostante, era ancora in Italia, era un habitué della zona (la via principale tra Marebello e Rivazzurra, uno dei cuori della movida della Riviera) e tutti lo conoscevano in quanto venditore molesto, troppo insistente e aggressivo con i turisti e i negozianti locali. Secondo quanto raccolto dal Corriere della Sera, non frequentava la comunità bengalese locale, che contattava solo per chiedere soldi. Da quando è arrivato in Italia, ha svolto lavoretti saltuari, ha goduto di aiuti dalla Caritas, ha girato il Paese inseguito dai suoi guai giudiziari (denunciato da due maggiorenni e una minorenne, tra Terracina, Terni e due casi a Rimini), mentre nel 2008 finisce nei guai per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Un curriculum che non lo fa allontanare dall'Italia, anzi: ha "un regolare permesso di soggiorno valido fino al 2019 rilasciato dalla questura di Roma nel 2014", concesso per "lavoro subordinato" nonostante abbia sempre venduto fiori finti. Di giorno, perché di notte aveva altre turpi passioni.