Inferno in autostrada

Borgo Panigale, parla l'autista del tir investito dall'autocisterna sull'A14: vivo per miracolo

Matteo Legnani

Il racconto è drammatico: è quello degli ultimi istanti di vita di Andrea Anzolin, prima che la sua autocisterna, esplodendo, causasse l'inferno di fuoco sulla A14 a Borgo Panigale. A parlare  è Antonio Verdicchio, 45 anni, di Maddaloni in provincia di Caserta. Lui era l'autista del tir che Anzolin ha centrato in pieno: ha una frattura al naso, la spalla e il braccio destro bruciati ma porta a casa da moglie e figli la vita. "C'era traffico - racconta in una intervista al quotidiano Il Tempo - eravamo fermi con le quattro frecce accese. Poi nello specchietto retrovisore l'ho visto arrivare... volevo fermarlo con gli occhi. Non so se abbia avuto un malore o cosa, poveraccio, ma non ha proprio frenato. Io ho fatto in tempo a mettermi il più possibile sulla destra, altrimenti andavo dritto contro la bisarca che avevo davanti, così invece sono stato buttato nell'altra corsia". Poi tutto s'è fatto frenetico: "Mi sono tolto la cintura di sicurezza e sono sceso, c'erano già le fiamme e col romeno che era sceso dalla bisarca siamo scappati via. Sapevo quello che di lì a poco sarebbe successo. Quando è esploso tutto mi ha preso fuoco la maglia, anche se ero a duecento metri di distanza". Leggi anche: Borgo Panigale, l'indagine a carico di ignoti: l'ipotesi del colpo di sonno