Dissecazione dell'aorta

Giorgio Napolitano e il malore, cos'ha avuto veramente: l'ex presidente resiste ma è ancora in pericolo

Giulio Bucchi

Il sintomo principale è il dolore, che compare improvviso e lancinante come una pugnalata al petto, che trafigge tutto il torace e si irradia anche sul dorso tra le scapole, e spezza di colpo il respiro. Il paziente pensa subito ad un attacco cardiaco, ad un infarto con ostruzione delle coronarie, invece quella che si sta rompendo lentamente è la sua aorta, il vaso arterioso principale e più importante dell' organismo, la quale, se non viene trattata adeguatamente e con urgenza, può portare ad una emorragia massiva e ad una rapida morte. L' aneurisma dissecante dell' aorta è una patologia cardiovascolare non frequente, drammatica e silenziosa, insidiosa ed inaspettata, che si verifica quando c' è uno sfiancamento localizzato della parete del vaso, che si dilata e si sfilaccia, provocando il cosiddetto slaminamento, ovvero una vera e propria ferita dell' arteria, una lesione verticale che si apre lentamente come una chiusura lampo, sotto la spinta e la pressione del sangue pulsante, il quale si insacca nella sua parete dilatando ulteriormente il vaso in quel punto sfiancato fino a romperlo, provocando appunto la dissezione e la conseguente emorragia interna. La dissecazione può avvenire in diversi tratti dell' aorta, in quello ascendente vicino al cuore, in quello discendente toracico od in quello addominale, con sintomi differenti a seconda della localizzazione della rottura, e con il dolore che migra frequentemente dalla sede di origine della breccia e viaggia lungo l' asse del vaso, cioè il dolore arriva fino a dove la dissezione si estende lungo l' aorta, ma comunque i segnali sono sempre clinicamente evidenti, e possono essere inizialmente sfumati se la perforazione è minima, o violenti e strazianti se la rottura è ampia e rapida. Il quadro clinico è sempre drammatico e fa temere il peggio, ma comunque la caratteristica principale di tale patologia è la riduzione o la totale assenza dei principali polsi arteriosi, carotideo, brachiale e femorale, con il paziente ancora vivo, sudato e affannato, e il dolore che insorge in maniera acuta, che è penetrante, che raggiunge livelli insopportabili, e che inizialmente viene riferito come una pugnalata od uno strappo improvviso, e spesso induce la perdita di coscienza per la sua intensità. L' INTERVENTO Le cause possono essere congenite, come la sindrome di Marfan, una malattia del connettivo di soggetti molto alti e longilinei, oppure acquisite, ma di certo la condizione clinica più comunemente associata alla dissecazione arteriosa è sicuramente l' ipertensione, soprattutto quella ignorata o non trattata farmacologicamente, che provoca oltre il 75% dei casi di rottura dell' aorta. La diagnosi non sempre avviene in modo corretto ed è facilmente misconosciuta, perché i sintomi sono ingannevoli e dipendono dalla localizzazione della rottura arteriosa, e perché il paziente può arrivare in ospedale con i segni tipici di un infarto o di un addome acuto, di una occlusione addominale, con una sintomatologia insidiosa, sfumata o drammatica, in forte stato di debolezza, con sintomi neurologici o in perdita di coscienza, ma questa patologia deve sempre essere presa in considerazione, poiché già da una semplice ecografia o con una angio-tac del cuore è possibile risalire alla lacerazione dell' arteria ed analizzare in maniera dettagliata e precisa gli strati ed il tratto dell' aorta dove si sta verificando la rottura. La terapia è solo chirurgica, è quasi sempre una procedura d' urgenza che va affrontata a qualunque ora e senza perdita di tempo, e consiste nella resezione della parte lacerata del vaso e nella sua sostituzione con un innesto protesico. Si tratta di un intervento delicato e a rischio, un duro campo di prova per il cardiochirurgo che deve operare spesso su pareti vascolari diventate estremamente sottili, fragili, di scarsa qualità, molto sanguinanti, e su un paziente in imminente pericolo di vita. L' intervento cardio-chirurgico può durare anche dodici ore nei casi più complicati, può essere effettuato a torace o addome aperto o con altre soluzioni interventistiche, come l' impianto di una endoprotesi per via percutanea trans-femorale, ovvero entrando da un vaso dell' inguine, ma il buon esito del trattamento dipende sempre e solo dalla gravità e dall' estensione della rottura e dalla abilità dell' operatore, oltre che dal centro altamente specializzato in cui si arriva, che lavora a stretto contatto con il reparto di emodinamica. Infatti, chi arriva con un aneurisma aortico in fase di rottura emorragica ed in condizioni critiche in un qualunque ospedale privo della cardiochirurgia, difficilmente riesce a sopravvivere a tale evento. La dissecazione aortica può avvenire a qualunque età, ma è più frequente dai 60anni in poi, quando gli effetti della ipertensione non curata hanno provocato negli anni il danno vascolare arterioso ed irreparabile. Il presidente Giorgio Napolitano è stato operato al San Camillo di Roma, in uno dei centri di cardiochirurgia più importanti d' Italia, punto di riferimento per i trapianti cardiaci, e pur nella gravità della sua patologia bisogna riconoscere che è stato fortunato, perché ha avuto un malore nel pomeriggio di martedì scorso, con forti dolori al petto, mentre era in casa con la moglie Clio che ha chiamato i soccorsi. I TEMPI L' ex capo dello Stato è stato quindi subito visitato, e dopo essere stato portato per i primi accertamenti sanitari all' ospedale più vicino, il Santo Spirito, dove è stato studiato e diagnosticato, è stato deciso il suo trasferimento all' ospedale San Camillo, dove opera il suo cardiologo di fiducia, il professor Francesco Musumeci, che era in partenza per New York, ma che si è attivato con urgenza e sangue freddo, preparando la sala operatoria e la sua equipe chirurgica, ed iniziando l' intervento alle 22 di sera per terminarlo poco dopo le 2 di notte. Giorgio Napolitano è sempre stato cosciente, lucido e vigile, ha sopportato bene la profonda anestesia, l' operazione è tecnicamente riuscita, il cuore ha ripreso la sua funzione, lui è stabile e resterà qualche giorno ricoverato in lieve sedazione e monitorato h24 in terapia intensiva. Ovviamente i suoi 93 anni, che compirà il prossimo 29 giugno, incideranno sui tempi di recupero, ma il suo chirurgo è soddisfatto ed ottimista del risultato operatorio, e se non intervengono complicazioni il presidente emerito supererà anche questa sfida; perché se è vero che l' età anagrafica incide molto sul decorso ed il superamento delle malattie, è anche vero che il carattere, la voglia di vivere e l' attaccamento alla vita sono fattori indispensabili che, se presenti insieme, aiutano a vincere qualunque battaglia. di Melania Rizzoli