Qual è il loro segreto

Gli universitari italiani più sani degli stranieri

Giovanni Ruggiero

Abituati fin da piccoli ad un' alimentazione variegata che includa frutta e verdura, assidui frequentatori della cucina della nonna, fanatici della dieta mediterranea ed attenti a salute e forma fisica, i giovani italiani non amano il cosiddetto "cibo spazzatura", costituito soprattutto da alimenti ricchi di grassi e zuccheri, preferendo di gran lunga seguire uno stile alimentare salutista, che abdica al fritto misto in favore di un bel piatto di pasta, meglio se integrale. Ben 87 universitari italiani su 100 risultano consapevoli dell' importanza di nutrirsi in modo corretto e dichiarano di farlo quotidianamente, il 61% rispetta alcune regole a tavola senza che questo risulti essere un sacrificio o un' imposizione e, per il 26%, l' alimentazione sana rappresenta un aspetto fondamentale della propria esistenza. La medaglia d' oro di questa speciale classifica degli studenti più salutisti spetta però ai cinesi (90%), mentre chiudono il podio a pari merito spagnoli e indiani (84%), seguiti da americani (80%) e inglesi (78%). Non si cura invece di ciò che ingurgita e sarebbe pronto a divorare qualsiasi cosa gli capiti a tiro, quando sopraggiunge la fame, solo l' 1% degli italiani, contro il 4% dei britannici ed il 3% degli statunitensi. PRANZO AL SACCO Piuttosto che fare la capatina al bar, al ristorante o alla tavola calda, che spesso non offrono molta scelta, il 57% dei ragazzi del Bel Paese preferisce portarsi da casa il pranzo al sacco, per essere sicuro di conoscere ciò di cui si ciberà, contro il 46% di americani e inglesi. Il 35% dei giovani italiani invece acquista e consuma qualcosa da mettere sotto i denti all' interno delle università, contro il 19% degli iberici e degli indiani nonché il 6% dei cinesi. Sembra assurdo, ma questa propensione al consumo di pietanze dall' alto valore nutrizionale non si accompagna alla voglia di cucinare o di imparare a farlo. Infatti, solo il 30% degli universitari della nostra penisola vorrebbe acquisire competenze culinarie. Insomma, c' è da presumere che la colazione al sacco venga preparata dalle mamme. Il cibo rimane comunque un elemento sacro per i nostri giovani, tanto che piuttosto che risparmiare saltando un pasto, essi rinuncerebbero ad uscire con gli amici (43%), abbandonerebbero un hobby (33%) o addirittura non accenderebbero il riscaldamento (13%), preferendo morire congelati ma con la pancia piena. Ovviamente di cibi di alta qualità. È quanto emerge da un recente sondaggio condotto a livello mondiale da Sodexo intervistando oltre 4000 studenti in Italia, Cina, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e India, circa il loro stile di vita universitario, al fine di rilevare quali sono le abitudini alimentari degli italiani e di confrontarle a quelle dei pari età internazionali. «Non sorprende che dove e cosa mangiano gli studenti vari in funzione della cultura e delle strutture. Il nostro sondaggio ha fatto emergere che meno della metà degli studenti consuma il pranzo all' interno del campus. Questo indica che le università possono ancora migliorare rendendo la possibilità di pranzare al loro interno più allettante, magari proponendo menu salutari e gustosi», osserva Franco Bruschi, Head of Schools & Universities Segment Med Region di Sodexo. UN INVESTIMENTO «Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza, soprattutto nei giovani, e non solo in quelli italiani, che alimentarsi in modo sano sia un importante investimento a lungo termine per il mantenimento di un buono stato di salute. Quello che mi ha sorpreso di questo sondaggio è che gli studenti cinesi sono quelli a cui maggiormente interessa mangiar bene e cercano cibi a basso contenuto calorico, prodotti equo-solidali, di origine locale e sostenibili. Questo risultato stride con i media che riportano spesso di alimenti di bassa qualità provenienti dalla Cina e dati preoccupanti di inquinamento ambientale. Forse nelle nuove generazioni di uno dei Paesi più popolosi del mondo si sta facendo strada una consapevolezza virtuosa», afferma Paola Palestini, professoressa di biochimica, coordinatrice del master Ada, Alimentazione e Dietetica Applicata, e membro del Presidio della Qualità Didattica presso l' Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ma quali pietanze vorrebbero avere a disposizione i giovani nelle mense, nei bar o nei ristoranti del campus? Il 44% degli universitari italiani si aspetta di trovarvi cibi a basso contenuto calorico, privi di allergeni, vegani o vegetariani, e si dichiara disposto persino a pagare di più pur di poter consumare cibi di origine locale. di Azzurra Noemi Barbuto