Solidarietà e avvertimenti
Lampedusa, pronta la missione militare: "Sarà costosa", c'è il rischio tasse
Cinquecento uomini che potrebbero diventare 1.500, 6 navi, 4 elicotteri, 2 aerei. E una sorveglianza 24 ore su 24. Sono i numeri della missione "militare, aerea e navale" che il governo metterà in piedi nel Mediterraneo per presidiare le acque intorno a Lampedusa. "Sarà una missione lunga e costerà molto", ha annunciato il premier Enrico Letta sabato. Il dubbio è: chiedeva aiuto all'Europa oppure avvertiva i contribuenti italiani? Dubbio lecito, perché l'emergenza immigrazione (34mila persone sbarcate dall'1 gennaio scorso) e il dramma delle morti nel Mediterraneo si sono acuiti proprio mentre l'esecutivo sta studiando la legge di stabilità. La risorsa: aumento delle accise - "I costi sostenuti dall'Italia vanno contabilizzati fuori dal patto di stabilità europea perché, se è vero che Lampedusa è la porta dell'Europa, è vero che la questione deve riguardare tutti", ha spiegato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. In attesa di una risposta da Bruxelles, a finanziare la missione saranno quasi sicuramente le tasche degli italiani. Logico pensare alla soluzione più "ovvia": l'aumento delle accise della benzina, già tirato in ballo prima per evitare l'aumento dell'Iva al 22% (Iva aumentata, niente rialzo delle accise) quindi per riportare il rapporto deficit-Pil al 3% (alla fine, lo 0,1% in eccesso sarà recuperato principalmente con tagli). Difficile che anche questa volta non si ricorra alla risorsa più sfruttata quando si dovevano racimolare fondi per gli "imprevisti", dalla guerra in Libia a terremoti e alluvioni varie. In caso contrario, sarebbe una gradita sorpresa. La risposta arriverà prestissimo: oggi pomeriggio i ministri si riuniranno per studiare come coprire i costi della missione nel Mediterraneo, ancora difficili da quantificare ma di sicuro nell'ordine di alcune centinaia di milioni di euro. Schulz: "La Germania aiuti l'Italia" - La Germania deve aiutare l'Italia a far fronte all'emergenza immigrati sia sul piano finanziario sia accogliendo più profughi. L'appello lanciato dalle colonne dello Spiegel dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz per una volta è una mano tesa all'Italia, in questi anni lasciata sola dall'Unione europea nella gestione delle ondate di profughi ed immigrati clandestini dalle rive africane del Mediterraneo. "Se ci sono 10mila profughi in un’isola di 6mila abitanti come Lampedusa, per l’isola è una catastrofe - ha osservato Schulz -, se si ripartiscono 10mila persone tra 507 milioni di europei di 28 Paesi, la cosa si può fare". Per ora, però, il governo di Roma è ancora una volta con le spalle al muro: nei prossimi giorni l'Italia dovrà contare esclusivamente sulle proprie forze per gestire le centinaia di sbarchi e, se possibile, prevenire drammi come quello di Lampedusa. A proposito di aiuti economici dall'Europa, ci sarebbe il precedente di Malta, che dal 2004 ha ricevuto dall'Ue fondi per 994 milioni per programmi di soccorso agli immigrati clandestini.