il pluriomicida rosso

Battisti, Alberto Torreggiani: "Voglio vederlo in Italia, poi non so cosa farò"

Zaccardi Michele

"Non stappo alcuna bottiglia, prima voglio vederlo in Italia, poi non so cosa farò". Alberto Torreggiani aveva 15 anni quando, nel 16 febbraio 1979, rimase paraplegico per un colpo alla colonna vertebrale mentre suo padre Pierluigi fu ucciso. Negli anni si è sempre battuto affinché Cesare Battisti, militante del gruppo "Proletari Armati per il Comunismo", fosse consegnato alla giustizia italiana per scontare la pena per quel delitto. La storia è tornata prepotentemente alla ribalta dopo la notizia dell'arresto di Battisiti al confine con la Bolivia.  "Qualcosa era nell'aria, dopo la nuova apertura del governo brasiliano, ma non mi aspettavo che addirittura lo arrestassero. D'altra parte stava scappando, come fa chi sa di essere colpevole". chiosa Torreggiani, intervistato da Il Corriere della Sera. Battisti, latitante dal 1981, è stato condannato per quattro omicidi commessi tra il 1978 e il 1979, tra cui quello di Pierluigi Torreggiani, di cui è stato l'ideatore. "Magari mi verrà voglia di guardarlo negli occhi, di parlargli. Certo il suo atteggiamento in tutti questi anni è stato persino beffardo, fastidioso non soltanto per me ma anche per tanti italiani". Anche per questo, conclude Torreggiani: "Insieme agli altri familiari delle vittime ci daremo da fare perché non riceva trattamenti di favore. Vogliamo giustizia, quella prevista dalla legge."