Il caso
Napoli, ragazzo lasciato morire al Pronto soccorso: la verità sulle telefonate al 118 e sulle ambulanze
"È una bruttissima storia: in quella occasione le ambulanze c'erano e una poteva essere inviata. Quell'uomo, poi deceduto, non ha avuto una chance. Ho parlato con gli operatori in servizio quella sera per capire le motivazioni della loro sottovalutazione, ma senza ottenere molte risposte. Quegli operatori non sono stati ancora sospesi perché devono attendere esito dell’inchiesta disciplinare. Continuano a rispondere al 118, anche se sembra incredibile". Giuseppe Galano, direttore della centrale operativa 118 di Napoli, commenta a Radio Capital il caso dell'uomo morto in stazione centrale il 3 agosto. Si trattava di un Codice giallo per gli operatori che hanno risposto alla richiesta di soccorso e che hanno detto di non poter inviare ambulanze perché non ce n'erano, anche se, si è poi scoperto, due mezzi erano disponibili. Intanto, a quanto emerge dalla relazione firmata proprio da Galano, sono state 8 le telefonate arrivate alla centrale operativa del 118 il 3 agosto scorso tra le 21.02 e le 21.45, quando poi è stato constatato il decesso dell'uomo, per chiedere una ambulanza alla stazione centrale. Nelle telefonate si segnalava la presenza di un uomo che vomitava sangue e, nell'ultima, addirittura di un uomo in fin di vita. Tuttavia al caso è stato assegnato un codice giallo e i quattro diversi operatori che hanno risposto alla chiamata hanno affermato che non ci fossero ambulanze nonostante, dalla stessa relazione del responsabile della centrale, emerga che la postazione Scampia risultasse quella sera "libera da interventi dalle 20.39 alle 23.57" e "la postazione Crispi libera dalle 19.47 alle 21.36".