Jihad a casa nostra

Terrorismo, nel mirino anche la notte della Taranta

Andrea Tempestini

Il livello di allerta resto lo stesso: il secondo - su tre - del gradino più alto. Ma solo perché un ulteriore innalzamento significherebbe «attacco imminente o in corso». Invece al momento il livello della minaccia, fa sapere il ministero dell’Interno, «non cambia». Non esiste, in soldoni, la segnalazione su un pericolo «tangibile, specifico» sull’Italia. Ma la strage di Barcellona ha spinto comunque il numero uno del Viminale, Marco Minniti, a convocare una riunione straordinaria del Comitato di analisi strategica anti-terrorismo (Casa), l’organo di raccordo tra Forze di polizia e intelligence allargato, così come avvenuto con i britannici dopo gli attacchi a Londra, ai «rappresentanti della sicurezza di Spagna a Roma». E dopo il giro di tavolo con i vertici di Polizia, Carabinieri e Servizi segreti interno ed estero, Minniti ha deciso di inviare una nuova «circolare» ai prefetti nella quale il ministro dell’Interno chiede un ulteriore «rafforzamento» delle misure di sicurezza già in atto sul territorio. I tradizionali obiettivi sensibili, ma non solo. L’analisi di quanto accaduto in Europa con le ultime offensive dei «soldati del Califfato», compiute con autocarri e furgoni lanciati a grande velocità sulla folla, ha costretto il Viminale ad aumentare l’attenzione su possibili azioni ostili commesse con i veicoli. E se dopo le stragi in Francia, Germania e Gran Bretagna l’attenzione si era principalmente rivolta all’allestimento di fronti di dissuasione per i potenziali killer - basi pensare all’Esercito posizionato davanti al Colosseo, a Roma, alla guida di posti di blocco mobili o alle barriere di cemento collocate in alcuni varchi di accesso a piazza del Duomo, a Milano - dopo la carneficina sulla Rambla il Viminale ha deciso di intensificare i controlli sulle aziende di noleggio dei furgoni. Ai prefetti, che dovranno convocare i rispettivi comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica (oggi toccherà a quelli di Roma e Milano), Minniti raccomanda di presentare particolare attenzione alle prenotazioni delle vetture a noleggio, dei van e degli autocarri. Ogni spostamento sospetto di un mezzo pesante, soprattutto se destinato alle grandi città, dovrà essere vagliato con il massimo scrupolo. Lo stesso che dovrà esserci per le presenze in alberghi e bed&breakfast. Dopo quanto accaduto a Barcellona, i prefetti, d’intesa con i sindaci e i responsabili della Polizia locale, dovranno stilare una mappa delle zone a rischio. Una sorta di cartina nella quale evidenziare le Ramblas italiane, le zone pedonali che potrebbero fare gola al network del terrore. Non a caso Minniti ha chiesto di «tenere elevato il livello di vigilanza, rafforzando sul territorio le misure di sicurezza», soprattutto sui «luoghi che registrano particolare affluenza e aggregazione di persone». Quindi da una parte gli eventi che da qui alla fine dell’estate faranno registrare il picco delle presenze - al Viminale hanno cerchiato di rosso sia la Notte della Taranta di Melendugno, in Puglia, del 26 agosto; sia il festival del cinema di Venezia, che si terrà dal 30 agosto al 9 settembre - dall’altra gli spazi che quotidianamente, a prescindere dal calendario, attirano persone. Nella lista, a Roma, ci sono già via dei Fori imperiali, via del Corso e piazza di Spagna. Un dispositivo di sicurezza, peraltro, fresco di test, visto che all’inizio di luglio il cantante Morrissey è stato immediatamente bloccato dalle Forze dell’ordine, con tanto di armi in pugno, per aver imboccato contromano via del Corso. A Milano, oltre alla zona del Duomo, l’attenzione è massima a corso Buenos Aires, Darsena e Navigli. Già ieri le pattuglie dei vigili urbani hanno eseguito alcuni sopralluoghi nelle zone della movida e nel centro storico. A Torino, dove l’allarme è scattato subito dopo la ressa nella notte della finale di Champions League, i riflettori sono accesi su piazza San Carlo e via Roma. Mentre a Napoli sotto osservazione c’è, oltre alla tradizionale piazza del Plebiscito, anche il “lungomare liberato”. di Tommaso Montesano