Manette agli esattori
Fisco, 7 arresti all'Agenzia delle Entrate: contestazioni infondate. Poi la smentita: "Notizia falsa"
Giallo all'Agenzia dell'Entrate. Prima la notizia dell'arresto a Roma di sette funzionari del Fisco e di quattro professionisti, accusati di aver estorto somme spropositate ai contribuenti tramite contestazioni infondate. Quindi, circa un'ora dopo, la smentita della Procura di Roma: "L'informazione non corrisponde a verità - spiegano in una nota il Comando provinciale della Guardia di Finanza". La procura di Roma ha già aperto un'inchiesta per individuare i responsabili. La notizia-bomba - Poco dopo le 11.30 le agenzie battono la notizia di sette funzionari dell'Agenzia delle Entrate arrestati, quattro professionisti denunciati e beni sequestrati per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. Sarebbe questo l'esito di un'ordinanza cautelare firmata dal gip Vilma Passamonti, su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi, ed eseguita dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, in merito a contestazioni infondate e particolarmente esose a danno di contribuenti facoltosi. Le indagini erano state avviate dai militari del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle a seguito di svariate segnalazioni di contribuenti che avevano riscontrato allarmanti anomalie procedurali negli accertamenti tributari svolti dall’Agenzia delle Entrate. La notizia è ricca di dettagli e particolari, confermati nei minuti successivi. Estorsione e minacce - I funzionari che secondo le agenzie sarebbero finiti in manette si sarebbero concentrati sulle verifiche tributarie di contribuenti facoltosi dei quali analizzavano dettagliatamente le situazioni economico-patrimoniali utilizzando i numerosi strumenti informatici a loro disposizione. Studiate "le prede", muovevano ai contribuenti contestazioni per operazioni e cifre del tutto infondate e sproporzionate, come poi ha effettivamente accertato la Finanza effettuando analoghe verifiche. Con questo sistema i funzionari riuscivano a maturare gli incentivi di produzione. I contribuenti, a seguito di queste verifiche contabili, venivano poi invitati presso l'Agenzia per valutare la possibilità di chiudere le loro pendenze fiscali con una transazione di denaro. I funzionari intimidivano e minacciavano le vittime prospettando sequestri, espropri e altre misure cautelari restrittive della libertà che, a loro dire, sarebbero state addirittura sollecitate dalla Procura. Il ruolo dei professionisti - E' in questo quadro che entrano in gioco i "mediatori", che contattavano i contribuenti proponendosi come risolutori delle loro pendenze fiscali in cambio di laute elargizioni in contanti. Gli accertamenti delle Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Tributaria hanno permesso di risalire ai funzionari infedeli, rei anche di aver segnalato contribuenti maggiormente patrimonializzati a noti studi di consulenza tributaria e commerciale loro complici, che a loro volta attuavano poi l'estorsione sotto la veste di consulenza tributaria ad altissimo costo. Tra i denunciati anche un commercialista romano di origine calabrese con la passione per le auto di lusso, oggetto di sequestro. Poi, come detto, la smentita dell'arresto.