Una casa salata
Berlusconi, Villa Gernetto costa cara: 83mila euro per i rifiuti
Quando la inaugurò nell’estate del 2010 ancora da presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi disse di avere fatto un pensierino su Villa Gernetto a Lesmo: quasi quasi avrebbe preso lì la residenza, trasformando Arcore in una sorta di ufficio-dependance milanese di palazzo Grazioli. Tre anni dopo la meravigliosa villa settecentesca ristrutturata a carissimo prezzo è diventata una vera e propria palla al piede del Cavaliere. Lì è stata posta la sede dell’Università del pensiero liberale, che avrebbe dovuto formare i prossimi quadri politici del centro-destra, ma al momento gli incontri tenuti si contano sulle dita di una mano. Lì il Cavaliere ha convocato la sua celebre conferenza stampa della rabbia dopo la condanna in primo grado nel processo sui diritti tv Mediaset (quello che sarà in Cassazione il prossimo 30 luglio). Lì però nessun altro vuole andare. Il complesso (oltre a villa Gernetto è stata recuperata anche villa Boffalora) costa un accidenti di manutenzione. Ed è stato svalutato di 17,4 milioni di euro nel 2012 proprio per l’ingente investimento sostenuto per renderlo tutto agibile. Veniva utilizzato dalla Fininvest in base a un contratto stipulato il 17 dicembre 2010 in scadenza a fine di questo anno per organizzare convention o incontri con investitori e aziende. Per mantenere la costosissima manutenzione veniva anche ceduta a terzi per lo stesso utilizzo. Ma per quest’anno nessuno o quasi l’ha prenotata. Peggio ancora: perfino la Fininvest ha comunicato con lettera formale la rinuncia all’opzione che avrebbe avuto per allungare il contratto di uso oltre il 2013. Non è manco questione di prezzo: proprio non se ne farebbe nulla. Così mestamente nella nota integrativa al bilancio della immobiliare che controlla villa Gernetto si certifica la resa: «il mercato a cui è rivolta l’offerta degli spazi e dei servizi di villa Gernetto evidenzia, infatti, una grave contrazione dettata dalla persistente congiuntura negativa dell’economia nazionale; il periodo di grave congiuntura costringe gli operatori, potenziali fruitori del sito, a concentrare le proprie risorse al servizio del core business sottraendole alle disponibilità di spesa per eventi pubblicitari, di formazione, di pubbliche relazioni e di rappresentanza». In queste condizioni «il contesto non lascia spazio a previsioni di pieno impiego dell’investimento e di realizzo di adeguati livelli di ricavo nel breve periodo; dette ragioni hanno determinato la necessità di valutare i costi sostenuti per l’acquisto e la ristrutturazione del complesso immobiliare comparandoli con le quotazioni di mercato». La valutazione di villa Gernetto è stata effettuata dalla Reag spa, ed è arrivata altra doccia fredda per Berlusconi che l’aveva in bilancio per un saldo netto di 68,4 milioni di euro. «L’esito di tale valutazione», spiega la nota integrativa, «considerando le possibilità di riconversione del bene ad altro uso, determina in euro 51 milioni il valore in blocco del complesso immobiliare; a detto valore è stato adeguato il costo residuo dell’investimento mediante la svalutazione di euro 17,4 milioni di euro». Se si considera che le spese di ristrutturazione sono state fino al 31 dicembre 2012 di 32,723 milioni di euro, non si può proprio dire che Villa Gernetto sia stato un affare. Anzi: rischia di diventare uno dei grandi e rari flop di Berlusconi. E come se questo non bastasse, il Cavaliere a Lesmo deve pure fare conti amari con il fisco. L’immobiliare che controlla la villa è andata incontro a un vero e proprio salasso fiscale nel 2012: se l’anno prima pagava 279 mila euro di Ici, con l’arrivo al governo di Mario Monti si è trovata un conto Imu di 647 mila euro, più del doppio, con una spesa extra di 368 mila euro che d’ora in avanti peserà sul bilancio ogni anno. Poi anche se la villa di fatto non è mai stata utilizzata, è arrivata Equitalia a contestare il mancato pagamento della tassa dei rifiuti. Sapendo bene che lì si può scherzare poco, l’immobiliare di villa Gernetto ha messo mano al portafoglio e scucito 83 mila euro «per neutralizzare l’onere derivante dall’avviso di accertamento per omessa dichiarazione Tarsu relativa al complesso immobiliare di Villa Gernetto degli anni 2010 e 2011». di Franco Bechis