Professionisti tarocchi
Un dentista su tre è abusivoIn Lombardia il record di "irregolari"
In Italia, un dentista su tre è abusivo. Siamo di fronte a un’altra eccellenza nostrana, naturalmente tutta negativa. Non è uno scherzo, il rapporto dell’Eures «L’abusivo esercizio della professione medica e odontoiatrica» parla chiaro: al Nord sono abusivi il 48% dei dentisti (2.400 unità equivalenti), al Centro il 22% (1.100 unità equivalenti) e al Sud e nelle Isole il 30% (1.500 unità equivalenti). Per esempio, in Veneto e in Piemonte un dentista su quattro è abusivo (67 casi all’anno). Peggio fa solo la Lombardia - prima in classifica - in cui vengono scoperti circa 87 casi illeciti annualmente. Al terzo posto la Campania, con i suoi 65 casi. Insomma, oltre ai falsi invalidi, in Italia ci sono anche tanti falsi medici. La media del reato di abusivo esercizio di una professione è spaventosa e dilagante. Ma, nello specifico, quando si può dire che l’esercizio di questa professione medica è abusivo? La laurea all'estero non vale - Di certo, lo è se un odontoiatra opera nel settore pur non avendo il relativo titolo di laurea oppure se tale odontoiatra esercita in uno studio che però porta il nome di un’altra persona (spesso un giovane appena laureato e ancora pivellino del mestiere che fa da prestanome). Abusivo è anche chi si spaccia per dentista dopo aver conseguito la laurea all’estero (qualora questa non rientrasse nei canoni stabiliti dall’Albo degli Odontoiatri per essere riconosciuta come tale anche in Italia). È ugualmente abusivo nell’esercizio della professione chi non ha adempiuto alle necessarie formalità, come ad esempio, l’iscrizione al suddetto Albo, e ancora chi è interdetto (temporaneamente o perennemente) dalla prestazione del servizio, a seguito di condanne o provvedimenti disciplinari. A tutelare i dentisti onesti ci pensa l’articolo 348 del Codice Penale. Ma, il poter essere perseguibili penalmente, a quanto pare non spaventa i ciarlatani. Questi - persone generalmente facoltose - si muniscono di grandi studi, attrezzature di alto livello e, perché no, qualche volta di lauree inesistenti, per curare carie e fare dentiere. Rispetto ai professionisti, questi chiedono generalmente parcelle inferiori. Spesso, ciò che ingolosisce i pazienti è proprio il risparmio. Qualcuno sostiene che ciò che incentiva la presenza di «medici improvvisati» è il fatto che sempre meno italiani possono permettersi di sostenere costi cospicui per le cure mediche. «Le cure oggi sono sono solo di emergenza, per infezioni o dolore, ma non protesi. Nel 2011 solo il 32% degli italiani ha varcato la porta del dentista» ha spiegato Gianfranco Prada, presidente dell'Associazione nazionale dentisti italiani (Andi). C’è ancora chi sostiene che il problema risieda nella quasi totale privatizzazione del settore odontoiatrico. Emergenza odontoiatrica - Sono pochissimi infatti i dentisti che esercitano la professione in strutture pubbliche. Di fatto c’è che affidare il proprio sorriso alle mani di chi non ha abbastanza conoscenze è un rischio per la propria salute. E inoltre, non curarsi o curarsi male, porterà negli anni a «una vera e propria emergenza odontoiatrica» secondo il presidente dell’Andi che conclude: «Le richieste saranno sempre maggiori. L’offerta di odontoiatria italiana oggi è in eccesso rispetto al fabbisogno: un dentista per ogni 1.042 abitanti, mentre l’Oms dice che deve essere uno ogni 2mila nei Paesi industrializzati» e la ragione è da ricercare nell’abusivismo, ma la situazione cambierà tra non molto. Secondo i Carabinieri del Nas il fenomeno è più allarmante di ciò che si crede. Tra il 2006 e il 2012 ci sono state 7.745 ispezioni e sono stati sequestrati 877 laboratori/studi. Evasione fiscale- Le prestazioni abusivamente erogate sarebbero circa 58mila per un giro di affari da milioni di euro. Infatti, oltre ai rischi per la salute di coloro che si mettono nelle mani dei profani del mestiere, c’è anche il problema dell’evasione fiscale. Confrontando l’importo totale dei consumi delle famiglie per spese dentistiche (pari a 7,9 miliardi di euro secondo il Ministero della Salute) al fatturato totale dei professionisti (7,3 miliardi), si rileva un differenziale di 600 milioni di euro, riconducibile ai compensi derivanti dalle prestazioni abusive. di Antonella Luppoli