Regalatele un atlante
La Boccassini fa la gaffe al processo:"Ruby intelligente perché levantina"Ma il Marocco è ad ovest...
Regalate a un atlante geografico ad Ilda Boccassini. Il pm è talmente impegnato nella sua requisitoria finale, per chiedere alla Corte la condanna del Cav con le improbabili accuse sul caso Ruby, che deve aver scordato quando a scuola studiava i punti cardinali, nord, sud, ovest, est. Così durante il suo intervento in aula per il processo Ruby, la Boccassini inciampa su una gaffe e afferma: " E' una giovane di furbizia orientale che come molti dei giovani delle ultime generazioni ha come obbiettivo entrare nel mondo spettacolo e fare soldi, il guadagno facile, il sogno italiano di una parte della gioventù che non ha come obiettivo il lavoro, la fatica, lo studio ma accedere a meccanismi che consentano di andare nel mondo dello spettacolo, nel cinema". Questo obiettivo - ha proseguito la Boccassini - ha accomunato la minore "con le ragazze che sono qui sfilate e che frequentavano la residenza di Berlusconi: extracomunitarie, prostitute, ragazze di buona famiglia anche con lauree, persone che hanno un ruolo nelle istituzioni e che pure avevano un ruolo nelle serate di Arcore come la europarlamentare Ronzulli e la europarlamentare Rossi". "In queste serate - afferma il pm - si colloca anche il sogno di Kharima. Tutte, a qualsiasi prezzo, dovevano avvicinare il presidente del Consiglio con la speranza o la certezza di ottenere favori, denaro, introduzione nel mondo dello spettacolo". Ruby è marocchina - Qualcuno spieghi alla Boccassini che Ruby è marocchina. Il Marocco geograficamente è in Nord Africa e sotto la Spagna. I due paesi sono separati dallo stretto di Gibilterra. Evidentemente a furia di stare sulle carte che tentano disperatamente di inchiodare Silvio, il pm ha abbandonato l'atlante. In più dietro quella "furbizia orientale", c'è quasi un giudizio etnico, che ha tanto il sapore di un giudizio sulla "razza" di Ruby. Secondo quali teorie lombrosiane, i marocchini sono più furbi degli europei non è dato saperlo. La Boccassini ne è certa. Gengis Khan e i giapponesi che attaccarono Pearl Harbour forse lo erano. Ma non erano nè marocchini nè egiziani. Eppure la Boccassini, nella foga di mettere in cella Silvio, dimentica i punti cardinali e fa diventare il Marocco un Paese dell'est. Dettagli. La polemica - La gaffe non è andata giù a Souad Sbai, ex deputata e presidente dell'Associazione delle Donne Marocchine in Italia (Acmid): "Furbizia orientale? Un termine che non è nella maniera più assoluta accettabile". "In tutti questi processi, la cui legittimità rispetto, non ho mai messo bocca - ha continuato Sbai - ma ascoltando una semplificazione così grossolana e così lontana dalla nostra cultura non potevo stare zitta". "Parole come queste, che spero essere frutto di una leggerezza, rischiano di inasprire nell'opinione pubblica un clima già difficile". "L'accostamento fra un'ipotesi di prostituzione e una specifica etnia o cultura - incalza e conclude - è gravissimo: non tutte le donne orientali o arabe tengono atteggiamenti come quelli di cui si sta dibattendo nel processo. A maggior ragione se minorenni, le cui sensibilità sono assai delicate. Mi aspetto un chiarimento pubblico su queste frasi o necessiterà un chiarimento nelle sedi sedi più opportune". Smarrita - La Boccassini, per non farsi mancare proprio nulla, è anche tornata a parlare della manifestazione cui presero parte lo scorso 15 marzo alcuni rappresentanti del Popolo delle libertà. "Quel giorno, quando vidi quell'assembramento di rappresentanti delle istituzioni che chiedevano l'apertura di un'aula, io mi sono sentita smarrita. La pm ha definito una "ingiustificata invasione del palazzo di giustizia" quel presidio di deputati azzurri. Parole che il legale del Cavaliere Niccolò Ghedini ha definito "sorprendenti", spiegando come a parer suo il tribunale debba essere "un luogo aperto ai cittadini e non un fortino". Verbo traditore - Nella concitazione della requisitoria, dopo ben sei ore a parlare in aula, la Boccassini ha commesso la sua gaffe più grave. Gaffe sì, ma sintomo di quello che è stato definito un "preciso intendimento" della procura milanese: nel chiedere la condanna (ad anni sei di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici), Ilda ha infatti detto "lo condanna ad anni sei", prima di coreggersi precipitosamente con un "chiede la condanna ad anni sei". (I.S)