La riforma della Curia
Papa Francesco vuole smantellare lo Ior"E' necessario fino a un certo punto"
Che fine farà lo Ior? Papa Francesco lo ha inserito tra gli uffici che, ha detto, "sono necessari fino a un certo punto". Come è noto, il nuovo Pontefice prepara la grande riforma della Curia Romana, che sarà varata probabilmente entro l’anno e comunque dopo l’incontro del prossimo ottobre con gli otto cardinali. E nella messa di oggi ne ha anticipato alcune linee, approfittando della presenza, nella Cappella della Domus Santa Marta, di un gruppo di dipendenti della "banca vaticana". "Ci sono quelli dello Ior, scusatemi eh, tutto è necessario, gli uffici sono necessari, ma sono necessari fino a un certo punto", ha spiegato. "La Chiesa - ha osservato Bergoglio - non è una Ong, è una storia d’amore", e dunque lo Ior come altri organismi vaticani, sono necessari "come aiuto a questa storia d’amore". Ma "quando l'organizzazione prende il primo posto, l’amore - ha ammonito Francesco - viene giù e la Chiesa, poveretta, diventa una Ong", cioè "diventa un pò burocratica, perde la sua principale sostanza". Circolano in queste settimane diverse ipotesi su come sarà la Riforma della Curia che il Papa ha ufficializzato di voler realizzare e che di fatto ha avviato già in concreto nominando il gruppo degli otto cardinali che dovranno consigliarlo nel governo della Chiesa Universale. Ed è noto che la linea sarà quella di una semplificazione anche in nome di una maggiore sobrietà. In questo contesto si potrebbe probabilmente realizzare anche la cessione dello Ior ad un Istituto di credito internazionale, mantenendo almeno in un primo tempo la sede attuale all’interno dello Stato Vaticano, ed anche i dipendenti, i correntisti e le diverse attività e partecipazioni finanziarie, ma non più ovviamente sotto il controllo della Santa Sede, che potrebbe servirsi o meno dello Ior in quanto ha comunque già una sorta di banca: lo sezione speciale dell’Apsa che non è mai stata coinvolta in scandali e inchieste giudiziarie che sono sempre legate al "peccato originale" dello Ior, cioè al fatto di raccogliere fondi all’esterno del Vaticano, ufficialmente dagli Istituti religiosi, ma sulle eccezioni a questa regola si sono istruiti molti processi. Una situazione che ha creato un danno di immagine alla Chiesa molto maggiore del relativo vantaggio economico che può aver portato l'esistenza dello Ior in questi ultimi decenni (dal caso Marcinkus-Ambrosiano in avanti). Già 35 anni fa un Papa, Giovanni Paolo I, aveva all’ordine del giorno il "ridimensionamento" della banca vaticana, ma non fece in tempo.