Omicidio Calvi, Gelli innocente

Albina Perri

Chiesta l’archiviazione per il procedimento bis sulla morte di Roberto Calvi. La richiesta, avanzata dal gip del tribunale di Roma Maurizio Silvestri, libera Licio Gelli, Albert Hans Kunz e il boss Gaetano Badalamenti dall’accusa di concorso in omicidio volontario. Quest'ultimo era stato chiamato in causa dal pentito Luigi Giuliano e uscito dal processo, dopo la morte avvenuta nel 2004. Per il gip non esistono prove sufficienti per dimostrare che Gelli, ex capo della loggia massonica P2, avesse avuto un ruolo “nella fase ideativa, prima, e esecutiva, poi” dell’omicidio Calvi. Secondo il giudice mancano indizi su “un possibile movente all’eliminazione” del banchiere trovato impiccato sotto il ponte dei frati neri a Londra il 18 luglio 1982. Nelle motivazioni della richiesta di archiviazione il giudice spiega anche che ci sono dei dubbi sul fatto che Gelli conoscesse bene Pippo Calò e Flavio Carboni, alcuni dei sospettati dell’omicidio: per il gip bisogna tener conto che nessuna delle persone sentite nel corso delle indagini preliminari ha potuto testimoniare per scienza diretta una partecipazione di Gelli all’uccisione di Calvi. Nel provvedimento di proscioglimento il gip sottolinea inoltre che nella valutazione della posizione di Gelli e degli altri imputati ha pesato l'esito del processo celebrato in Corte d'Assise, con assoluzione il 6 giugno 2007, sempre dal concorso nell'omicidio volontario premeditato, di Flavio Carboni, Pippo Calò, Ernesto Diotallevi e Silvano Vittor, oltre a quella di Manuela Kleinszig. E in virtù della sentenza, “non può attribuirsi alcuna valenza accusatoria” agli accertati rapporti con Gelli e Kunz hanno avuto con persone finite poi sotto processo.