Processo a Palermo

Mafia, per Dell'Utriconfermata condannaa sette anni

Matteo Legnani

Condanna a 7 anni di carcere per l'ex senatore Pdl Marcello Dell'Utri. E' la sentenza della Corte d'Appello di Palermo, presieduta da Raimondo Lo Forti, che colpisce duramente l'ex senatore del Pdl imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. La stessa pena era stata inflitta nel processo di secondo grado parzialmente annullato dalla Cassazione un anno fa. La sentenza è stata pronunciata nell'aula bunker di Pagliarelli, dove Dell'Utri era presente e ha ascoltato il verdetto accanto ai suoi legali. I giudici si erano ritirati in camera di consiglio stamattina, ascoltate le repliche del procuratore generale, Luigi Patronaggio, e dei difensori di Dell’Utri, gli avvocati Massimo Krogh e Giuseppe Di Peri. Prima che i giudici si ritirassero, Dell’Utri aveva reso dichiarazioni spontanee in aula. Aveva negato di aver mai aiutato la mafia, ma aveva rivendicato ancora una volta i rapporti col boss Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore da lui definito "una persona normalissima". Un "romanzo criminale" - "Accetto il verdetto, ma il romanzo criminale continua" ha commmentato Dell'Utri a caldo, dopo la lettura della sentenza, riferendosi al complotto che sarebbe stato ordito contro di lui dalla magistratura. ''Dire che ho ancora fiducia è una parola grossa. Sono tranquillo, del resto le cose non le posso cambiare io. Aspetto le prossime puntate di questo romanzo criminale che non poteva finire qui. Spero nella cassazione. Del resto la vita va avanti, c'è la trattativa e il resto. Il romanzo continua''. Ai giornalisti che gli chiedevano se la Procura generale chiederà l'arresto di Dell'Utri il magistrato ha riposto: ''Non è dato saperlo''. "Arrestatelo, può fuggire" - La notizia, però, non tarda ad arrivare. La Procura generale ha infatti chiesto l’arresto di Dell'Utri, motivandolo con il pericolo di fuga dell'imputato. Non si sa ancora se la terza sezione della Corte d'Appello, che ha pronunciato la decisione, poco dopo le 18,20 di lunedì, abbia accolto o meno la richiesta. Una vicenda durata 20 anni - La sentenza giunge a 19 anni dall'avvio delle indagini sull'ex senatore Pdl, aperte nel 1994 dalla Procura di Palermo e sfociate nell'ottobre del 1996 nel rinvio a giudizio. Il primo processo, apertosi il 5 novembre del 1997 davanti al Tribunale di Palermo presieduto da Leonardo Guarnotta, era durato sette anni e si era concluso l'11 dicembre del 2004 con la condanna dell'imputato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, più due anni di libertà vigilata, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento per le parti civili, il Comune e la Provincia di Palermo. Quel verdetto era stato parzialmente corretto in secondo grado, in un processo assasi più rapido del primo, iniziato il 16 aprile del 2010 e conclusosi il 29 giugno dello stesso anno quando la Corte di Appello, presieduta da Claudio Dall'Acqua, aveva ridotto a sette anni la pena per Dell’Utri, a fronte di una richiesta di 11 anni formulata dal procuratore generale Antonio Gatto. I giudici avevano ritenuto provati i rapporti tra Dell’Utri e la mafia fino al 1992 mentre lo avevano assolto "perchè il fatto non sussiste" per i fatti successivi.