Le loro tasche (e le nostre)
Giudici, lo scandalo dei loro stipendi. Le cifre: che cos'è successo dal 2004
Gli unici stipendi che sono cresciuti dal 2004 al 2014? Certamente quelli dei magistrati. Ma anche le retribuzioni dei dipendenti della Presidenza del Consiglio e quelle dei dipendenti delle agenzie fiscali. Mentre oltre 3 milioni di dipendenti pubblici rullano i tamburi di protesta perché da 7 anni non riescono ad ottenere uno straccio di rinnovo contrattuale, all’interno del corpaccione dello Stato c’è chi proprio male - anche in questi anni di crisi - non se la passa. I giornalisti del truenumbers.it (numeriveri), si sono presi la briga di mettere in colonna le retribuzioni degli ultimi 10 anni (dal 2004 al 2014), di molte categorie di dipendenti pubblici: dalle toghe ai poliziotti, passando per i professori e i ministeriali. Ne è saltato fuori che non solo per alcune categorie la crisi (e il contenimento contrattuale) non c’è stata, ma che c’è chi ha fatto un vero e proprio salto in questi anni. Quella dei magistrati - chiarisce la ricerca pubblicata dal sito di approfondimenti statistici - «è la categoria che è riuscita ad ottenere gli stipendi più alti mantenendoli nel corso degli anni: da 105.075 euro nel 2004 a 142.554 nel 2014». Ma come: non c’era il blocco degli stipendi pubblici? Per le toghe no. Questo perché anche nel pubblico impiego «gli stipendi si compongono di due voci, le “voci stipendiali” e i “trattamenti accessori”. Ebbene: i magistrati hanno una quota di “trattamento accessorio” che è di 17.440 euro che è cresciuta, anch’essa, ininterrottamente dal 2004 quando era pari a 10.412 euro». Non un raddoppio ma poco ci manca. E se i 10mila magistrati appartengono alla dirigenza dello Stato, chi proprio non può lamentarsi sono i dipendenti della presidenza del Consiglio, sostanzialmente la “squadra” di persone che consente al governo di lavorare. Ovvio che nessuno esecutivo si metta contro i più diretti collaboratori. Altrettanto comprensibile la caccia ai trasferimenti a Palazzo Chigi e alle ricche retribuzioni accessorie. Il confronto decennale è sorprendente. Spiega il sito: per i dipendenti della presidenza del Consiglio dei ministri il reddito «è passato da 37.759 euro nel 2004 a ben 57.240 10 anni dopo». E neppure hanno da lamentarsi i signori di Equitalia, Agenzia delle Entrate e altre branche fiscali. «Chi lavoro a Equitalia e all’Agenzia delle Entrate guadagnava, nel 2004», ricostruisce il sito, «31.377 euro e ha guadagnato nel 2014 37.817 euro. Ma la parte accessoria dello stipendio è pari a oltre la metà delle voci stipendiali dato che proprio nel 2014 era di 13.716 euro rispetto a 24.101 euro». Ma le buone notizie economiche per il comparto pubblico finiscono qui. Andando a scorrere gli altri confronti decennali si scopre infatti che gli insegnanti, «hanno avuto tra gli stipendi più bassi». In media «29.130 euro. Ma, a parte il fatto che il trattamento accessorio è ridotto al lumicino (appena 3.286 euro), l’aumento del reddito è stato molto lento nel corso degli anni: nel 2004 il reddito medio era di 24.308 euro». Non vanno meglio le cose per chi lavora nei ministeri (reddito medio 2014 29.299 euro). Cedolini “light” anche per le forze dell’ordine (reddito medio 37.930 euro 2014, trattamento accessorio 14.988). Ma il comparto sicurezza dal 2011 ad oggi ha subito anche tagli. Dai 38.493 euro del 2011 si è passati a 38.202 del 2012 a 38.094 del 2013 fino, appunto, all’ultimo calo, quello del 2014: 37.930 euro. E gli 80 euro di Renzi non hanno compensato. E si capisce bene perché per 8 lavoratori su 10 uno «stipendio più alto è la motivazione principale a lavorare di più». Motivazione indicata dall’83% dei dipendenti, secondo i risultati di un’indagine dell’agenzia per il lavoro Randstad. di Antonio Castro