Salute
Morto per il fumo: "Colpa dello Stato". Risarcimento milionario
Due pacchetti al giorno che l'hanno condotto, neanche troppo lentamente, alla morte. Antonio Scippa è morto all'età di 54 anni per i danni causati dal fumo ma la Corte di appello di Milano ha stabilito che il responsabile di quella morte fu l'Ente Italiano Tabacchi, ora passato nelle mani della British American Tobacco. Gli eredi saranno risarciti per una cifra di 776 mila euro, che dovrebbe sfondare il milione a causa degli interessi. Cinema - In un contesto poco istruito e nel quale i rischi causati dal fumo erano poco conosciuti, il cinema aveva un ruolo fondamentale nell'avvicinare le persone al consumo di tabacco. Il Giornale, sul quale è riportata la storia di Scippa, è stato evidenziato come i divi di Hollywood fungevano da vero e proprio punto di riferimento comportamentale dei giovani dell'epoca. Scippa aveva cominciato a fumare a soli 14 anni seguendo le orme di "Clark Gable in Via col Vento (1939), Basil Rathbone in Le avventure di Sherlock Holmes, ovviamente l'Humphrey Bogart di Casablanca (1942) e La regina d'Africa (1951) e James Dean di Gioventù bruciata (1955)", sottolinea la sentenza. Istituzioni- Allo stesso tempo, lo Stato non aveva fatto abbastanza per sensibilizzare sull'argomento. Rendendosi colpevole, quantomeno moralmente, della morte di milioni di persone in età prematura. D'ora in avanti lo ricorderà la compagnia British American Tobacco: il valore del risarcimento che è costretta a pagare ammonta a circa 155 mila pacchetti di sigarette.