Scandalo
Corruzione, indagati tre dirigenti della RaiDavano lavoro in cambio di tangenti
La Rai sceglie la linea dura. In merito all'inchiesta relativa alla vicenda della società dei fratelli Biancifiori, la tv pubblica ha cautelativamente sospeso dal servizio tre dipendenti indagati dalla Procura di Roma per "violazione dei doveri di imparzialità della pubblica amministrazione e violazione dei doveri d'ufficio nell'esercizio delle loro attività professionali". I tre tecnici - informa una nota - sono indagati, in particolare, per l'ipotesi di aver favorito società appaltatrici, riconducibili al gruppo Biancifiori, nel periodo 2011-2014. "La Rai, parte lesa nella vicenda, sostiene con la massima trasparenza l'operato della Magistratura e delle forze di Polizia Giudiziaria, collaborando con le indagini in corso - informa la nota - Il provvedimento di sospensione dei dipendenti è in linea con l'impegno di attuazione del piano triennale di prevenzione della corruzione approvato dal Consiglio di Amministrazione della Rai il 26 gennaio del corrente anno". La vicenda - Tre uomini dipendenti Rai, addetti alla fotografia, sono accusati di corruzione e per questo sono stati sospesi dalle loro funzioni. I tre funzionari sono stati accusati di corruzione a proposito dell'inchiesta sull'affidamento di lavori e servizi in cambio di soldi e assunzioni. A scatenare la vicenda è il procuratore Paolo Ielo secondo il quale avrebbero delegato, tra il 2011 e il 2014, alla società di David Biancifiori la fornitura di apparecchiature in cambio di grosse somme di denaro. Bancifiori, soprannominato "Scarface", era già indagato nella stessa inchiesta denominata "Backstage", nonché arrestato lo scorso dicembre. I beni che gli sono stati sequestrati ammontano a un totale di circa 50 milioni di euro. Nello specifico si tratta di Marco Lucarelli, accusato di aver ricevuto tra i 10 e i 12mila euro, Massimo Castrichella, per 5 mila euro e Fausto Carboni, del quale non si conosce ancora la somma ricevuta. Assunzioni immeritate - Il denaro che girava intorno alla vicenda sarebbe stato utilizzato da Biancifiori per dare ricompensa a figure televisive, appartenenti non solo alla Rai, ma anche di Mediaset eLA7, con assunzioni immeritate di familiari ed amici, vacanze e regali, ottenendo in cambio una serie di appalti. Ad indagare sulla vicenda Rai è la Procura di Roma, mentre sono ora in corso a Viale Mazzini le perquisizioni da parte della Procura di Roma che sta indagando sulla vicenda e della Guardia di Finanza. Sotto inchiesta anche i direttori di otto società di servizi con sede a Rieti, Milano e Brescia, Cremona e L'Aquila. Perquisite anche le case dei tre dipendenti indagati.