Lo slalom tra le sanzioni

Non pagare ed evitare multe e more: canone Rai, ecco la guida definitiva

Andrea Tempestini

Un vero e proprio percorso ad ostacoli di condizioni, cavilli e clausole per tentare di non pagare il canone Rai. Tanto da far sorgere il sospetto che più che una tassa di possesso sia un modo come un altro per incassare quattrini, a prescindere dalla finalità. E anche se proprio non si possiede un televisore si rischia, per esasperazione, di pagare «l’odiato balzello». Secondo l’Istat sarebbero 944mila le famiglie che non hanno una tv. O almeno affermano di non possederla. Dando per buono che almeno il 50% di questi signori possa non avere un «tubo catodico», da quest’anno non basta infischiarsene del bollettino che MammaRai manda a casa con crescenti minacce allegate, bisognerà (preventivamente) certificare che non si ha un apparecchio. E si può fare per via telematica, attraverso un Centro di assistenza fiscale (pagando il servizio), o inviando una bella raccomandata all’Agenzia delle Entrate. Se si vuole scegliere l’invio telematico (personale o tramite Caf), c’è tempo fino al prossimo 10 maggio per effettuare la comunicazione. Chi invece opterà per la tradizionale raccomandata (con ricevuta di ritorno), dovrà trasmettere il modulo (che si può scaricare dal sito Rai o da quello dell’Agenzia delle Entrate), entro e non oltre il 30 aprile. Oltre al modulo prestampato bisognerà inviare via posta insieme a una fotocopia di un valido documento di riconoscimento, all’ Agenzia delle Entrate (Ufficio di Torino 1, S.A.T. - Sportello abbonamenti tv - Casella Postale 22 - 10121 Torino). Attenzione: chi afferma il falso rischia una sanzione da 200 a 600 euro. La scadenza del 30 aprile consentirà all’Agenzia di trasmettere ai gestori elettrici (sono 250 in tutta Italia), i nominativi dei contribuenti che non andranno tosati nelle prossime bollette elettriche. Da quest’anno il canone Rai è un po’ diminuito (100 euro invece di 113), però il prelievo sarà applicato mese per mese in bolletta. A dir la verità a luglio i gestori elettrici applicheranno una sorta di conguaglio perché per allestire il sistema di prelievo mensile c’è voluto del tempo (la decisione è maturata solo a dicembre). E quindi la prima maxi rata sarà prima delle vacanze (60 euro si stima), per poi scendere nei bimestri (o nelle diverse periodicità applicate), ad una frazione mensile intorno agli 8 euro. Per non pagare il canone è in vigore dal 2008 la «clausola anziani non abbienti»: basta avere 75 anni (compiuti), e dichiarare di non percepire redditi per più di 8mila euro lordi l’anno (615 al mese per 13 mensilità). Chi campa con 615 euro al mese (e sono tanti) ha ben altri problemi che preoccuparsi se pagare o meno il bollettino Rai, ma questo forse è un dettaglio. Il problema è che a 75 anni sobbarcarsi pure dell’onere di comunicare a Viale Mazzini che non si deve pagare (per reddito e età), non è proprio la cosa più pratica. Non dovranno pagare il canone le seconde case e neppure gli studenti o lavoratori fuori sede a condizione che mantengano la residenza presso i propri genitori o nel nucleo familiare principale. In sostanza il canone segue la residenza. E se il marito è intestatario del contratto elettrico e la moglie paga da sempre il bollettino? Caso più che frequente, e infatti si temono molte doppie imposizioni. Il modello di autocertificazione potrà essere utilizzato anche da chi intende segnalare che il canone per il nucleo familiare è già intestato a un soggetto diverso dall’intestatario della bolletta elettrica. Non è finita però: a dicembre 2016 questa autocertificazione scadrà. E bisognerà ripresentarla. di Antonio Castro