Verso le elezioni
Il candidato che piace a Cav, Meloni e Salvini. Cosa dice su Islam, sicurezza e tasse
Qualche tempo fa Carlo Fidanza aveva candidato Fratelli d' Italia a farsi garante per la convocazione di un tavolo di lavoro del centrodestra su Milano. L' apparente immobilismo dei partiti però, ha portato il movimento guidato da Giorgia Meloni ad un ulteriore passo in avanti. Così ieri alla presenza dei big lombardi, Ignazio La Russa ha candidato Riccardo De Corato a sindaco di Milano per il centrodestra. Il motivo che ha spinto FdI a questa apparente forzatura è semplice: in un momento dove nessuno sembra avere il coraggio di farsi avanti e metterci la faccia, vogliono dimostrare che non hanno paura di tirarsi indietro. E De Corato, da ufficiale di lungo corso qual è, ha subito risposto presente? «Ringrazio Ignazio per la fiducia e capisco il segnale che ha voluto mandare agli alleati dicendo loro "anche noi siamo in grado di avere candidati". Io però sono disponibile solo se sul mio nome convergerà il consenso di tutte le componenti che formano la coalizione di centrodestra: FdI, Lega e Forza Italia. Non voglio fare dispetti». Per lei non si tratterebbe di una prima volta... «Mi candidarono già nel 1993, quando poi vinse Formentini». Lei è uno degli uomini politici che meglio conosce la macchina comunale, visto che è stato vice sindaco per una quindicina d' anni, prima con Gabriele Albertini e poi con Letizia Moratti. «Con quest' ultima poi ho fatto spesso da sindaco quando era meritoriamente impegnata a girare il mondo a sue spese per portare a Milano l' Expo. Diciamo, insomma, che ho una certa dimestichezza con il ruolo». De Corato potrebbe essere l' uomo giusto? «Vincere con questa coalizione non è cosa facile. Per farlo, però, dobbiamo riuscire a convincere i moderati ad andare a votare e scegliere il centrodestra». Già, i moderati. Uno degli appunti che fin qui hanno frenato tutti i candidati del centrodestra è stata la loro scarsa propensione a raccogliere i consensi di questi ultimi. Per lei sarebbe un problema? «In tutti gli anni da vicesindaco ho raccolto un sacco di attestazioni di stima, anche da chi si definisce moderato. E poi guardi, io non ho la patente, giro a piedi e con i mezzi pubblici. Incontro gente tutto il giorno, tutti i giorni. Persone normali, non certo estremisti, che mi chiedono di candidarmi. E io rispondo loro, vedremo...». De Corato facciamo un gioco. Il centrodestra unito si coalizza sul suo nome. Quali sono i paletti del programma sui quali non sarebbe disposto a trattare? «Glieli schematizzo. 1) Sicurezza; 2) Nomadi; 3) Moschee; 4) Periferie e case popolari; 5) Tasse». Ok, scendiamo nei dettagli. Cosa farebbe per la sicurezza? «Innanzitutto scardinerei le fregature che ci ha rifilato la giunta Pisapia. Richiamerei l' esercito a presidiare le strade, poi rimetterei i vigili di quartiere (che aveva inventato Del Debbio) a calpestare i marciapiedi e non a fare le multe come con questi qui». Sui nomadi che provvedimenti assumerebbe? «Bisogna tornare a numeri compatibili con le possibilità della città. Il Naga ha detto che a Milano ce ne sono 2500. Non sono più gestibili. Poi bisogna chiudere tutti i campi rom abusivi e anche quelli creati da questa amministrazione per farli traslocare». Pisapia aveva promesso la grande moschea, ma il bando si è perso nelle nebbie di Palazzo Marino. Lei che posizione ha? «Nessuna moschea a Milano. Non se ne parla proprio. Del resto basta dire che la Tunisia quando ha deciso di combattere il terrorismo ha chiuso 80 moschee. Perché dovremmo aprirle noi?». Un' altra promessa mancata dalla giunta Pisapia è stata quella sulla riqualificazione delle periferie e delle case popolari... «Noi a Quarto Oggiaro abbiamo fatto un commissariato. E Pisapia? Nulla. Al Corvetto mandavamo i pattuglioni di vigili di notte. E Pisapia? Li ha tolti. A Milano la gente ha timore ad uscire di casa la sera e non solo in periferia. Anche in Galleria c' è da avere paura... Non parliamo poi delle case popolari. Tante promesse e zero fatti. Anche i numeri sugli sgomberi degli abusivi sono ridicoli». Per sistemare la situazione però ci vogliono fondi. Dove pensa di trovarli? «Privatizziamo quel che resta di Sea. Cose ce ne facciamo di quella quota minoritaria? Vendiamola e impegniamola per riqualificare periferie e case popolari». Chiudiamo con la nota dolente delle tasse? «Se vinciamo dovremo impegnarci a ridurre il più possibile le tasse che Pisapia ha aumentato. Da quando poi c' è la "Balzani Balzelli" come la chiamo io, han fatto pagare anche i morti. I milanesi non ne possono più. E poi spazziamo via l' Area C. In questi giorni abbiamo visto che non è servita a nulla. O meglio è servita a far cassa visto che il ticket vale 140 milioni all' anno». Fabio Rubini