Il caso
Paziente in coma risvegliato dagli abusi sessuali di un infermiere
Sfogliando l' album delle richieste danni più stravaganti, mentre sorseggiavamo un caffè, un collega mi ha regalato un' esilarante pièce lavorativa che mi fa sorridere incessantemente da tre giorni. Al punto da raccontarla a Libero per lenire la tristezza degli sgozzamenti made in Isis e delle nuove tasse nascoste dal bell' imbusto di Renzi. Siamo nell' alta Lombardia e Tizio, ricoverato a seguito di trauma cranico, giace sul letto d' ospedale in stato di sedazione indotta da farmaci. Caio, infermiere del predetto nosocomio, abusando della condizione d' inferiorità fisica e psichica, approfittando dello stato di sedazione del paziente, lo costringeva a subire atti sessuali e precisamente dapprima lo masturbava e successivamente gli praticava sesso orale. Sia Tizio che Caio sono evidentemente di sesso maschile, ma Tizio reagisce male alle attenzioni libidinose di Caio e lo denuncia per abusi sessuali con contestuale richiesta di risarcimento danni di centomila euro. Non abbiamo la controprova del comportamento che avrebbe tenuto il trentenne ricoverato se il risveglio dalla sedazione fosse stato «agevolato» da una giovane e avvenente infermiera ma, per trovare una soluzione, il risarcimento in forma specifica (mediante somministrazione d' identico trattamento di natura etero) potrebbe essere un' idea. Non voglio buttarla così in vacca da passare da un processo penale a un' orgia, e nemmeno sottovalutare il disgusto, seppur passivo, di Tizio nel vedersi sottoposto a trattamenti sessuali indesiderati, ma il fatto ha in sé delle connotazioni ludiche e mi ha riportato alla mente un noto aforisma: «Nella vita non importa con chi vai, ma con chi vieni». Manco a dirlo la mia domanda da addetto ai lavori rivolta al collega è stata: e la prova di quello che mi racconti? Risposta: il liquido sul camice. Non bastasse la performance già compiuta, l' infermiere omo-infervorato ha messo mano al proprio portafoglio per risarcire con assegno la cavia sessuale, salvo poi presentare una falsa denuncia di smarrimento del titolo bancario e trovarsi oggi anche imputato del reato di calunnia. Una storia dai contorni tragicomici aggravata dal fatto che il presidio ospedaliero, ove sono accaduti gli stravaganti fatti, è gestito dal clero. Ironia della sorte vuole che sulla pagina on line dell' ospedale campeggi una grande quanto beffarda scritta: «Per testimoniare l' amore di Gesù verso ogni forma di sofferenza». Da esperto di cause di malasanità mi permetto allora di darvi un paio di consigli prima di affrontare un ricovero (eventualità che nella vita, purtroppo, nessuno può escludere): andare per primi sotto i ferri, perché è minore il rischio d' infezioni. Verificare i gusti sessuali del personale sanitario, perché è minore il rischio delle testimonianze d' amore contro ogni forma di sofferenza. www.matteomion.com In un ospedale lombardo Paziente in coma risvegliato dagli abusi di un infermiere. di Matteo Mion