Il caso Vatileaks

L'ultima accusa contro la Chaouqui: "Così ricattava i Berlusconi"

Lucia Esposito

Continua ad arricchirsi di nuovi dettagli lo scandalo Vatileaks. In particolare, spuntano nuovi dettagli sulla posizione di Francesca Chaouqui che è indagata insieme con il marito Corrado Lanino per induzione alla concussione  intrusione informativa dalla Procura di Roma. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera  Francesca Chaouqui avrebbe fatto valere proprio il ruolo di componente della Cosea, la Commissione della Santa Sede per gli affari economici, affidatole direttamente da papa Francesco per far valere le proprie ragioni. Lo fece anche con i fratelli Paolo e Silvio Berlusconi, parlando direttamente con l’editore de Il Giornale . Lo avvisò che avrebbe fatto in modo di far accogliere le richieste di rogatoria presentate dalla magistratura nei confronti dell’ex Cavaliere e reso noto il contenuto delle istanze, se non fossero stati esauditi i suoi desideri.  Nel fascicolo trasmesso dai pubblici ministeri di Terni ai colleghi della capitale ci sono infatti numerosi episodi. Chaouqui dialoga spesso al telefono con Paolo Berlusconi, si lamenta per alcuni articoli, arriva a chiedere che Fabio Marchese Ragona, il vaticanista del quotidiano di famiglia, non scriva più. Ma anche quando si rende conto di non poter ottenere il risultato cambia strategia e passa alle maniere forti. Parla di istante di rogatorie giunte in Tribunale che riguardano l'ex Cavaliere. Il pubblico ministero Elisabetta Massini le contesta il reato di estorsione. Ma - scrive il Corriere - quando decide di trasmettere il fascicolo a Roma per competenza, cambia l’ipotesi accusatoria in induzione alla concussione. Ritiene infatti che nel suo ruolo di componente della Cosea, Chaouqui abbia veste di pubblico ufficiale. E dunque iscrive nel registro degli indagati anche Paolo Berlusconi, perché non avrebbe denunciato il ricatto. I pm romani ritengono invece la famiglia Berlusconi vittima di un ricatto.