Stangata

Elena Ceste, Michele Buoninconti condannato a 30 anni

Andrea Tempestini

Una stangata per Michele Buoninconti, il marito di Elena Ceste: il tribunale di Asti lo ha condannato in primo grado a 30 anni di reclusione per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il corpo della Ceste fu ritrovato il 18 ottobre del 2014 a pochi passi dalla sua abitazione. Si conclude così il primo atto del procedimento: come detto, Buoninconti è stato ritenuto colpevole sia dell'omicidio sia di aver nascosto il cadavere. Il giudice Roberto Amerio, dunque, ha accolto in toto la tesi dell'accusa, che aveva chiesto il massimo della pena col rito abbreviato (30 anni, appunto). Nel corso dell'ultima udienza, l'uomo ha ripetuto: "Sono innocente, non c'è stato alcun omicidio". La difesa in aula - Secondo le ricostruzioni fornite dal suo avvocato, Enrico Scolari, l'imputato in aula "ha ripercorso il suo iter giudiziario e le sue sofferenze per non aver potuto vedere i quattro figli ormai da molti mesi. Era commosso, e si è dichiarato vittima di un errore giudiziario ribadendo che non c’è stato nessun omicidio". Dunque Buoninconti ha letto anche un passaggio della Bibbia. La versione dell'uomo è che la Ceste non sia stata uccisa, e che dunque la sua morte fosse stata "una tragica fatalità". Rivolgendosi alla giuria, Buoninconti ha affermato: "Signor Giudice, io mi trovo davanti a lei senza un motivo vero, non c’è alcuna certezza che mia moglie sia stata uccisa e la procura non può provarlo, né ora, né mai, semplicemente perché non è accaduto". E ancora: "Ci vogliono le prove per condannare un uomo e la procura non le ha perché non esistono, non si può trasformare a piacimento un innocente in un colpevole, tra l’altro, di un omicidio che non c’è stato". La vicenda - La Ceste, 37 anni, era scomparsa il 24 gennaio 2014 dalla sua casa a Costigliole d'Asti. A dare l'allarme dopo la scomparsa fu proprio il marito, che raccontò alla polizia di non aver più visto la moglie. La svolta dopo nove mesi di ricerche, con il ritrovamento del cadavere, il 18 ottobre, nel canale del rio Mersa, in frazione San Pancrazio di Costigliole, a pochi chilometri dalla casa di famiglia. Il fatto che si trattava del corpo della Ceste fu confermato dall'esame del dna. L'autopsia confermò che la donna fosse morta in modo violento, non occidentale. Il 29 gennaio 2015 Buoninconti venne arrestato con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere della moglie. Per la procura l'uomo avrebbe strangolato la moglie, "agendo con premeditazione rappresentata dall'aver programmato e pianificato il delitto con perdurante volontà omicida, frutto di ferma e irrevocabile risoluzione criminosa".