La proposta
La proposta in Trentino Alto Adige: "Arriva la tassa sui cani"
Quanto pesa, nei bilanci di un piccolo Comune, raccogliere, ogni giorno, la pupù dei cani lasciata in giro per le strade da maleducatissimi proprietari? Non poco, a quanto pare. E allora, visti i tempi di crisi, ecco arrivare l’idea: una dog tax, dedicata ai possessori di quattrozampe, per non far gravare sulla collettività i servizi erogati solo a favore di alcuni. Nasce così l’ipotesi della tassa, targata Bolzano, che sta facendo inorridire gli animalisti. A discuterne è stato il Consorzio formato dai sindaci dei Comuni della Provincia autonoma, chiamati ad esprimere un parere su un disegno di legge formulato dall’ente. Il progetto sottoposto al parere del Consorzio, pur parlando di animali e delle spese pubbliche in loro favore (fondi per i canili, manutenzione delle aree di sgamba mento, ecc) non conteneva, in realtà, punti specifici sulla dog tax. Ma visto che il tema per i bolzanini non è affatto nuovo, l’idea della tassa è stata portata all’attenzione dei colleghi dal vicepresidente, Alessandro Bertinazzo, che ha sollevato il problema dei costi, auspicando che al più presto questa imposta venga introdotta. Bertinazzo è anche sindaco del Comune di Bronzolo, in provincia di Bolzano: un paesino di appena 2700 abitanti dove, come conferma lui stesso, vivono più di 350 cani. «Per un Comune piccolo come il mio, che fatica a coprire le spese, qualsiasi esborso è un problema. Io cerco solo di fare il mio dovere e di trovare modi per far quadrare i bilanci», spiega il primo cittadino. E, in effetti, alla voce cani, il Comune di Bronzolo qualche spesa a bilancio ce l’ha: oltre a quella, difficile da calcolare, per il tempo dedicato dagli operatori ecologici alla raccolta dei bisognini o alla manutenzione delle aree verdi, c’è quella, molto più concreta dei sacchettini di plastica che il Comune ha, civilmente, messo a disposizione dei propri cittadini, per invitarli alla raccolta puntuale delle deiezioni. «Solo per l’acquisto di quei sacchettini - spiega il sindaco - ogni anno finiscono a bilancio ben 700 euro. E non è una cifra da poco su una spesa corrente che, per il Comune che amministro, vale circa un milione di euro». L’idea di Bertinazzo, comunque, è tutt'altro che nuova: nel 2011 la dog tax è stata ad un passo dal divenire realtà. In quell’anno, infatti, la Provincia di Bolzano presentò un disegno di legge all’interno del quale era ben definita la nuova imposta, che prevedeva l’esborso di «50 euro annui per il primo cane» con «20 euro per ogni cane aggiuntivo dello stesso proprietario», cifra che saliva a «150 per i cani pericolosi e di grossa taglia». Tutto al fine «di concorrere alla copertura delle spese di igiene urbana». L’idea, avanzata dall’allora assessore all’Agricoltura Hans Berger (oggi senatore Svp) tramontò davanti ai distinguo che gli oppositori riuscirono ad introdurre (come l’esclusione per i redditi più bassi, per i cani guida ecc…) tanto che fu lo stesso proponente a stralciare l’articolo. Il Consorzio dei Comuni in cui siede Bertinazzo, però, a quell’ipotesi, aveva dato parere assolutamente positivo, così come, probabilmente, sarebbe pronto a fare anche oggi, nel caso un nuovo disegno di legge prendesse forma. A saltare sulla sedia davanti all’idea di una dog tax, invece sono stati gli animalisti che parlano di «proposta demenziale». Per chi si occupa di randagi la dog tax potrebbe spingere chi detiene animali e, a sua volta come cittadino, è già al limite con le spese, all’abbandono. «Se cercano un modo per riempire i canili lo hanno individuato velocemente», ha dichiarato la portavoce dell’Ufficio Garante per i Diritti degli Animali, al quotidiano Alto Adige. «Ci sono altri modi per fare cassa in questo settore», come per esempio «cominciare davvero a punire i proprietari che non puliscono i bisogni dei loro cani». Alessia Pedrielli