Il giallo

Omicidio di Brescia, quella sera il forno è stato riacceso

Eliana Giusto

La sera della scomparsa del titolare della fonderia di Marcheno c'è una fiammata anomala nel forno. Un operaio, riporta il Giorno, ha fatto mettere a verbale che "l'impianto fu riavviato a causa di una fiammata anomala". E ora gli investigatori stanno cercando altre conferme, sia tecniche sia testimoniali. Ma c'è un altro elemento interessante e riguarda l'altra faccia del giallo bresciano: la morte di Giuseppe Ghiradini, l'operaio della fonderia. Scomparso mercoledì mattina, è stato ritrovato cadavere nel primo pomeriggio di domenica, in un bosco a 1.700 metri di altezza, sopra Ponte di Legno. Sul suo corpo al momento non ci sono tracce di aggressione ma è difficile affermare ora con certezza che sia morto per cause naturali. Per questo si stanno analizzando due bottiglie di plastica, una, che conteneva integratori, trovata in una tasca del giubbone, l'altra, una bottiglietta da mezzo litro d'acqua, trovata accanto al cadavere. Intanto sono stati portati all'interno della fonderia due cani dei carabinieri addestrati per la ricerca di cadaveri. Patrizia Scalvi, legale della moglie e dei due figli di Mario Bozzoli, ha nominato come consulente Giovina Marina La Vecchia, ordinario di metallurgia all'università di Brescia. L'avvocato ha poi confermato come tra Mario e il fratello più grande, Adelio, contitolare dell' azienda di famiglia, non ci sarebbero stati rapporti "sereni".