Polveriera

"Ideologia gender come l'Isis": parla il cardinale, altra grana per Papa Francesco

Andrea Tempestini

La teoria gender provoca danni che eguagliano, e forse superano, quelli causati dai fanatici tagliagole dell’Isis. Lo sostiene il cardinale Robert Sarah, che guida il dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei sacramenti. Questa considerazione fa gridare allo scandalo, ancora una volta, durante i lavori di questo travagliato Sinodo. L’opinione del porporato è nota e non da oggi, ma evidentemente il fatto che il cardinale abbia usato, sempre durante l’assemblea sinodale, espressioni forti ha fatto circolare, soprattutto tra la stampa di sinistra, l’idea che in Vaticano questo rappresenti «un problema». Mentre si cerca di superare il clamore della ormai famosa «Lettera dei Tredici», dagli stessi circoli minori che stanno proseguendo i lavori sinodali emerge però una forte richiesta di «maggiore trasparenza e chiarezza», a cominciare dal testo-base, l’Instrumentum laboris. Il cardinale Sarah, nei giorni scorsi, ha dunque spiegato che «l’ideologia del gender» e l’organizzazione dello Stato islamico-Isis hanno in comune «la stessa origine demoniaca». Perchè «quello che il nazismo, fascismo e il comunismo sono stati nel Ventesimo secolo, sono oggi le ideologie occidentali sulla omosessualità e l’aborto, e il fanatismo islamico», secondo Sarah. Che, tra l’altro, è uno dei firmatari della lettera inviata al Papa il 5 ottobre. Ed è indicato come un «conservatore», molto apprezzato da papa Benedetto XVI, il cui ultimo libro, O Dio o niente, che per inciso esprime con grande chiarezza tutte le sue posizioni su temi come il matrimonio, la difesa della vita, l’aggressione delle multinazionali «del pensiero unico», è diventato un best-seller in tutto il mondo. Il ragionamento del porporato è chiaro e parte da lontano. La idolatria della libertà occidentale e il fondamentalismo islamico sono «come due bestie apocalittiche», che hanno ridisegnato la storia contemporanea, tanto che ora «ci troviamo in mezzo tra la teoria del gender e l’Isis». Da queste «due radicalizzazioni nascono le maggiori minacce alla famiglia: la sua disintegrazione soggettiva nell’Occidente secolarizzato attraverso il divorzio veloce e facile, l’aborto, le unioni omosessuali, l’eutanasia...» da un lato, ha detto Sarah. Dall’altro lato, ha proseguito, «la pseudo-famiglia ideologgizzata dell’islam con la poligamia legittimata, la sottomissione femminile, la schiavitù, il matrimonio di bambini», ha detto ancora il porporato, citando Al Qaeda, l’Isis, Boko Haram. L’intervento è stato riportato dal sito inglese National Catholic Register e da quello di Aleteia. Per inciso, lo stesso papa Francesco, nel gennaio scorso, aveva paragonato «la colonizzazione del gender» a quella «della Gioventù Hitleriana». La richiesta di una sostanziale riscrittura della seconda parte dell’Instrumentum Laboris emerge dalle relazioni dei circoli minori anglofoni sinodali. Come spiega il sito Acistampa, pur con istanze differenti, tutti sembrano d’accordo, però, nel segnalare che «mancano delle solide referenze alle Sacre Scritture; che manca una definizione di famiglia; che non viene considerata l’indissolubilità del matrimonio da un punto di vista positivo». Richieste che appaiono fin dall’inizio del rapporto del circolo «Anglicus A», il cui moderatore è il cardinal George Pell, universalmente indicato come l’ispiratore della lettera dei Tredici. «Nel passato», si legge nella relazione del circolo, che viene presentata sempre da Acistampa, «il Santo Padre spesso usa i testi approvati alla fine come una base per una Esortazione Apostolica e abbiamo parlato di quanto questo approccio porti frutti. Tuttavia, riconosciamo le limitazioni di un documento che sarà approvato al termine del Sinodo. Sebbene ogni sforzo dovrebbe essere fatto per un linguaggio snello e attrattivo, una preoccupazione primaria è quella della chiarezza di ben fondate spiegazioni dell’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e la famiglia». di Caterina Maniaci