Vergogna

Vicenza, si difende dai ladri rom in casa: condannato a 5 anni e 135mila euro di risarcimento

Giulio Bucchi

Sparò a due rom che stavano rubando a casa sua e lo minacciavano armati di spranghe, ma per i giudici non fu legittima difesa e l'uomo è stato condannato a cinque anni e quattro mesi per tentato omicidio colposo. E, se non basta, dovrà pure risarcire i ladri per i danni subiti, con 135mila euro da versare subito. La sentenza, per Ermes Mattielli, vicentino è arrivata ieri, dopo un iter giudiziario tormentato e un primo verdetto annullato: l'uomo, infatti, era già stato condannato dal Tribunale di Vicenza, nel 2012, per eccesso di legittima difesa e lesioni colpose ad un anno di carcere e a rifondere, con 120mila euro, i due ladri ai quali, per il furto era, invece, toccata una condanna di appena 4 mesi. Subito dopo, però, la Corte d'Appello aveva annullato il verdetto chiedendo di elevare l'accusa da 'eccesso di legittima difesa' a 'tentato omicidio colposo', ritenendo il gesto di Mattielli dettato dalla volontà di uccidere e non da quella di difendersi. E così, il suo gesto, è stato giudicato anche ieri. Ma torniamo indietro, a quella sera del 2006. Mattielli vive solo, è un invalido civile, ha 50 anni e fa il robivecchi. Abita ad Arsiero, nelle campagne vicentine in una casa isolata a pochi metri dal magazzino dove raccoglie ferro e altri materiali da rivendere. Ha già subito tanti furti, "da anni va avanti così", racconta. Biciclette, ruote, attrezzi da lavoro: i ladri lì hanno facile accesso e gli rubano di tutto e, lui, di quella roba ci campa. E' esasperato, tanto che ha realizzato un allarme rudimentale per proteggere la zona dove tiene il ferro e ha in casa una pistola. E' notte, Mattielli si accorge dei ladri nel magazzino a pochi metri da casa sua, impugna la pistola e si precipita di sotto. Sono in due. Hanno già scelto il rame da rubare e ne hanno fatto un bel mucchio, sono armati di spranghe e lo minacciano, brandendo i tubi di ferro gli intimano di andarsene. Lui non ci vede più e spara. Spara quindici colpi, svuota il caricatore, ma non uccide: dei due ladri, Blu Helt, 33 anni e Cris Caris, di 30 anni, entrambi già ben noti alle forze dell'ordine, solo uno resta ferito in modo grave con il femore spezzato. Da allora la vita di Mattielli si è fermata: il suo deposito è stato sequestrato per mesi durante le indagini e l'uomo ha smesso di lavorare, inoltre, il processo va avanti da quasi dieci anni, un tempo lunghissimo, in cui Mattielli si è sempre dichiarato innocente: "Ero nel mio e mi difendevo. Ho avuto paura, quando me li sono visti venire contro armati di spranghe ho aperto il fuoco.", ha spiegato più volte, anche in aula. Secondo i giudici, invece, l'uomo non si trovava in una situazione di reale pericolo e sparò per uccidere. Oggi Mattielli vive di espedienti, i 135 mila euro che dovrebbe versare ai due rom per risarcirli dei danni (uno dei due ha una gamba più corta di 3 centimetri a causa dei proiettili) non sa dove trovarli."E' una mafia legalizzata, tutelano i delinquenti e non gli onesti - ha dichiarato al Corriere del Veneto in una intervista - ma lo rifarei: perchè non sono io quello che va a rubare in giro". La Lega Nord di Vicenza, schierandosi a fianco dell'uomo, parla di una "scandalosa vicenda che pone ancora una volta il problema della legittima difesa", ma il caso di Mattielli è solo l'ultimo in ordine di tempo, di una lunga serie: a gennaio la Cassazione ha condannato a 11 anni e 4 mesi Mauro Pelella, guardia giurata che uccise due banditi durante un assalto ad un portavalori. Nel 2012 un'altra guardia giurata, Marco Dogvan, venne condannato ad un anno e a risarcire il ladro dopo aver sventato una rapina all'Unicredit. E, ancora, a processo c'è finito, qualche mese fa, Franco Birolo, il tabaccaio che nel 2012 uccise un rapinatore entrato nel suo negozio, mentre il gioielliere di Ercolano che, tre giorni fa, ha sparato ed ucciso due pregiudicati che lo stavano rapinando è indagato per eccesso di legittima difesa. di Alessia Pedrielli