Volontarie del sesso

Ragusa, il centro storico trasformato in un quartiere a luci rosse: la rabbia delle mogli

Giovanni Ruggiero

In soli tre giorni le volontarie del sesso hanno guadagnato anche 8 mila euro e fuori dalle loro porte la fila di professionisti e impiegati non è mai stata corta. La polizia ha scoperchiato il calderone del sesso a pagamento nel cuore della Sicilia, nel centro storico di Ragusa, diventato la punta di un iceberg ancora tutto da scoprire. A offrire i propri servizi non ci sono solo giovanissime ragazze dell'est Europa costrette a prostituirsi dopo il lavoro nei campi del mattino. Gli appartamenti affittati per qualche euro ospitano prevalentemente sudamericane, donne e trans, per lo più in regola con i documenti, come le due domenicane scoperte dagli agenti nell'ultima retata che avevano passaporto spagnolo. Sono cittadine comunitarie, girano per l'Europa a tappe serrate con soste di non oltre tre giorni e fanno il pienone di clienti, richiamati dagli annunci su Bakeka e dal passaparola tra amici che al bar o in palestra ne decantano le lodi. Mettono su anche otto appuntamenti al giorno, con prestazioni che costano dai 200 ai 500 euro, se i clienti vogliono sperimentare esperienze di gruppo. Secondo il reportage di Repubblica non ci sono solo straniere, ma anche italiane. C'è la donna dell'alta borghesia siciliana, amante del lusso e libera dai tabù, ma anche la scrittrice milanese che vola qui per un lungo weekend: "Perché di soli libri non si vive e poi qui non mi conosce nessuno". La denuncia - Il vicinato però è esasperato. Le donne ragusane osservano da dietro le finestre il via vai continuo dai portoni delle stradine immerse nel barocco, qualche cliente disorientato sbaglia anche citofono e suona alle case sbagliate: "Sei libera? Quanto prendi?" si è sentita chiedere una signora che si è sfogata: "Ho paura anche a tornare a casa e che spettacolo per i bambini...". Sono le mogli di Ragusa a non voler più tollerare questa situazione. Tra i clienti non mancano diversi mariti, alcuni disoccupati che implorano gli agenti che si fanno strada tra i codoni di gente in attesa: "Vi prego non dite niente a casa". E il terrore di essere scoperti ha spinto anche qualcuno a lanciarsi dalla finestra del primo piano: meglio una frattura che far sapere alla moglie di aver speso 300 euro per un'ora con una sudamericana statuaria, invece di cercare un nuovo lavoro.