Castelli su Bolzaneto
«Ero sicuro che si sarebbe accertata la verità dei fatti. La verità non piace a tanti perchè il teorema è stato smontato». Lo dice il sottosegretario Roberto Castelli, senatore della Lega nord, commentando la sentenza sulle violenze alla caserma di Bolzaneto, durante il G8 di Genova. «Ho sempre detto -prosegue l'allora ministro della Giustizia- che sostenere che Bolzaneto fosse stato organizzato come un lager era una calunnia nei confronti del ministero della Giustizia e della Polizia penitenziaria. E che eventuali episodi commessi da singoli sarebbero stati appurati dal processo. Queste cose si sono avverate. La sentenza è lì da vedere e d'ora in poi chi continua a sostenere tesi diverse è in malafede. Anzi, se io fossi ancora ministro alla giustizia difenderei l'onorabilità del ministero nelle sedi opportune». «Io ero lì -spiega Castelli- in quei giorni e nessuno dei presenti mi ha mai detto niente sulle presunte violenze. Se solo una persona avesse denunciato non mi sarei mosso da lì, sarei rimasto per impedire qualsiasi abuso. È una montatura assoluta, alla quale non sfuggite anche voi media. Le accuse, ripetute ossessivamente, non sono la verità, la verità è data dalla sentenza. Ce l'ho per esempio col Corriere della Sera che oggi intervista l'ex ministro Ferrero. Io mi ero anche dichiarato disposto a essere intervistato, io che c'ero, e hanno intervistato un personaggio che non sa neppure dov'è Bolzaneto. Questo dimostra il pessimo servizio dato all'informazione».